di Sandra Berriolo – Questo il detto (credo inglese) per significare: volete fare belinate, anche contro l’ambiente? Fate pure, purché non nel mio giardino, cioè non danneggi me. Ovvero: la petroliera ha smarrito nel lontano Oceano qualche litro di sostanza tossica? Chisseneimporta, non è il mio mare e continuo a prendere il sole.

Ma questa volta è successo nel mio giardino. E sono anni che succede nel mio giardino. Ovvero nella mia città. Quella città famosa per le sue primizie dolci e pregiate, cresciute però coi fitofarmaci. E l’avanzo dei fitofarmaci è sempre finito nei canali e poi nelle falde acquifere. Ma che mi importa: io compro l’acqua minerale e abito da un’altra parte. E quando la legge anni fa ha ristretto l’uso dei fitofarmaci, ci siamo tutti adeguati andandoli a comprare in Francia. Abbiamo fatto i corsi per imparare il comportamento consono ad evitare danni a persone e verdure dei vicini; ma se fa vento ed è il giorno che a noi viene bene spargerli, chissenefrega. Il vicino aspetterà a mangiare la sua insalata!

E se ci conviene pagare poco la manovalanza, non importa che non sia preparata professionalmente e moralmente. Se ti bruciano un piccolo rimasuglio di “veleno” (in gergo si chiama così) non è colpa tua. Peccato che se sei stato assessore all’agricoltura, con particolare attenzione “ai rii e fossati” come diceva il mandato, e dirigente di una associazione di agricoltori, la tua responsabilità è soprattutto morale ed educativa. Per carità, diamo a tutti il beneficio di inventario e la possibilità di sbagliare. Ma da anni la responsabilità morale e sociale degli agricoltori ingauni lascia a desiderare. Ve lo dice chi ci appartiene!

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo