di Fabrizio Pinna – Esiste una vera “cultura musicale” ad Albenga che non si riduca a improvvisazione e a semplice intrattenimento goliardico d’occasione per turisti e residenti? Musicisti, gruppi e  concerti si sono moltiplicati negli anni in Riviera e in città ma, come alla Corrida, troppo il dilettantismo allo sbaraglio: ad Albenga “da anni il pubblico subisce in modo passivo qualsiasi forma di manifestazione artistica, nella triste assenza di mezzi o volontà di valutare obiettivamente, e i musicisti (o presunti tali) da anni non si curano di fornire un prodotto artisticamente di qualità perché tanto al pubblico va bene tutto”.

In una lunga lettera/memoriale inviata al Corsara (**), Gianpiero Lo Bello – musicista professionista albenganese “emigrato” a Torino – traccia criticamente un quadro fosco e molto disincantato del panorama della città delle torri, dove nel tempo il “dopolavorismo” dei musicisti dilettanti e “i pregiudizi e la miopia artistica tipici del tessuto socio – culturale ingauno” hanno creato un vero e proprio circolo vizioso, cristallizzando sempre più una situazione in cui ormai “il pubblico si è abituato a percepire qualsiasi evento musicale senza il benché minimo parametro di confronto o giudizio, in quanto – sempre statisticamente parlando – la vocazione turistica (?) di Albenga e dintorni, nel tempo, ha selezionato minuziosamente gli eventi musicali stessi, anteponendo l’intrattenimento a scapito della qualità artistica. Questione di numeri, insomma”.

Un duro J’accuse, quello di Lo Bello, che non risparmia dunque nessuno ma che chiama direttamente in causa le responsabilità degli amministratori, degli operatori culturali, degli amanti della musica e degli stessi musicisti, “con la speranza che, per una volta, si apra un dibattito serio ed oggettivo sulla questione”.

(**) Albenga Lettera Memoriale di Gianpiero Lo Bello 2011