“Più edilizia residenziale sociale per chi vive in condizioni di disagio. A canoni di affitto o rate di mutuo moderati rispetto a quelli del libero mercato. Secondo la missione della legge urbanistica in vigore fin dal 1962. Per rendere concretamente possibile l’accesso alla casa per tutti”. Con queste parole Eraldo Ciangherotti, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Albenga, commenta la variante al PRG in adeguamento alla legge n°38/2007 sull’edilizia residenziale pubblica approvata nella seduta del Consiglio Comunale del 13 settembre 2011.

“Almeno 489 famiglie, ad Albenga, hanno bisogno di prima casa a canone moderato, come si evince prima di tutto dalla graduatoria delle case popolari (2 soli alloggi su 238 famiglie aventi diritto) e dai contributi erogati sugli affitti (204) oltre ad un notevole fabbisogno aggiuntivo. Dati questi ottenuti da un’equipe di operatori comunali dei Servizi Sociali, dell’Urbanistica e dell’Anagrafe, che hanno decifrato e motivato il fabbisogno di residenza primaria. Eppure, nonostante, nel 2007, la Regione Liguria avesse già ratificato con la legge n°38 l’organizzazione dell’intervento regionale nel settore abitativo – prosegue Ciangherotti – la precedente Amministrazione comunale Tabbò, che oggi bacchetta l’attuale giunta comunale per ridotto incasso di oneri e PUC non ancora adottato, non aveva mai adeguato il Piano regolatore ad Albenga sull’edilizia residenziale pubblica, sebbene, per legge, previsto entro 6 mesi dall’approvazione del programma quadriennale regionale (PQR) del 2008”.

“Noi, invece, non appena abbiamo appreso, dai primi incontri con la popolazione, il reale stato di disagio sociale per l’abitazione primaria, ci siamo dati da fare per prevedere che, per ogni trasformazione urbanistico-edilizia di una certa dimensione, sia destinata a edilizia pubblica una quota compresa tra il 5 e il 20% (ancora da definirsi) con eventualmente gli incentivi utili per sollecitare la realizzazione di ulteriori quote di edilizia sociale. Tutto questo per realizzare alloggi in locazione a canone sociale, moderato, concordato o convenzionato. Per ogni nuova costruzione, d’ora in poi, con superficie lorda abitativa compresa tra i 501 mq e i 1500 mq, una determinata percentuale (ancora da ponderare su base territoriale) della parte eccedente i 500 mq di superficie lorda abitativa sarà ceduta al Comune, in quota per ERP ed ERS. Per una superficie lorda abitativa superiore a 1500 mq, invece la quota di ERP verrà reperita per il 50% nella potenzialità edificatoria riconosciuta dal PRG e per altro 50% in aggiunta alla superficie lorda abitativa realizzabile. Il 100% della quota di ERP potrà essere reperito tramite recupero di patrimonio edilizio residenziale già esistente, restando invariata la propria potenzialità edificatoria.

“Parlando in numeri – spiega ulteriormente Ciangherotti – posto che il Comune di Albenga dovesse scegliere il 10% come percentuale di ERP ed ERS a vincolo permanente, per una superficie lorda di 1000 mq, 1000 mq saranno destinati ad edilizia residenziale libera e 50 mq a edilizia residenziale sociale (calcolata nel 10% della parte eccedente i 500 mq di superficie lorda abitativa). Per una superficie lorda abitativa, invece, di 2000 mq., 1925 mq saranno destinati ad edilizia residenziale libera mentre 150 mq a edilizia residenziale sociale (50% nella potenzialità edificatoria riconosciuta dal PRG e per altro 50% in aggiunta alla superficie lorda abitativa realizzabile). Le superfici utili riconoscibili adeguate a ospitare un determinato numero di componenti il nucleo famigliare saranno 36 mq. per 1 utente, 42 mq. per 2 utenti, 51 mq. per 3 utenti, 71 mq. per 4 utenti, 84 mq. per 5 utenti e 93 mq. per 6 utenti”.

“Spiace aver constatato, l’altra sera, in Consiglio Comunale, come del sociale all’intera opposizione del Comune di Albenga non interessi più nulla. Infatti, su una pratica così delicata di diretto intervento sul disagio della popolazione più bisognosa, in un momento di crisi economica così accentuata, l’opposizione comunale capitanata dal Partito Democratico e, a seguire, da Albenga è, ha abbandonato ancora una volta la Sala del Consiglio, non si sa bene se per il piacere di un buon gelato di fine serata o di una camomilla sogni d’oro, non discutendo nè votando una delibera così importante che andrà a sicuro beneficio di oltre 500 famiglie con una media di 1500 cittadini di Albenga”, conclude Ciangherotti.