di Sandra Berriolo – Lo zio Silvio ha una certa età e l’abbiamo convinto, a fatica però, ad andare alla Casa di Riposo. Ha visto che in casa dava un po’ fastidio, ultimamente tutto quello che diceva non andava bene. È anche vero che non si ricorda quello che dice e che gli dicono: nega di aver detto una cosa subito dopo averla detta. Il dottore dice che è normale alla sua età e con la sua malattia. Si diventa egoisti, egocentrici, attaccati ai soldi, un po’ presuntuosi, convinti di aver sempre fatto tutto bene, di non aver mai sbagliato. Quando la malattia prende così, cioè non con la depressione ma con la voglia di aver riconosciuta l’importanza che si è avuta per la famiglia, il soggetto non sopporta di essere contraddetto ed è pure convinto di non essere vecchio ma di essere sempre in gamba come anni fa.

Insomma, prima o poi ci lascerà e noi erediteremo. Finalmente avremo un po’ di benessere economico grazie alle case e tutto il resto ma…cosa ci resterà di lui? Una persona ti può lasciare i beni immobili ma per cosa la ricordi? Una persona quando sei giovane può influenzarti, tirandoti fuori una parte della tua personalità, delle tue caratteristiche. In noi c’è tutto, anche la violenza, la delinquenza, l’illegalità, la vanità, la presunzione. In un bambino c’è tutto, dipende cosa lo stimoliamo a sviluppare e mettere in evidenza.

Quando è arrivato da noi lo zio Silvio ci ha aiutato a tirar fuori quella voglia di esteriorità, di godere la vita, di spassarsela, di mostrare le cose belle che ci compravamo. Tutti amiamo le cose belle: le belle donne, gli uomini affascinanti, le auto di lusso, le case fantastiche, le isole assolate, avere i soldi, offrire cene agli amici e tutto il resto. Lui ci ha mostrato che basandoci su queste cose si poteva fare una bella vita. Ma noi eravamo predisposti a questo. Lui è stato il fiammifero, noi eravamo la carta.

Questa è la sua eredità. Ed è l’unica eredità che può non consumarsi mai, a differenza dei soldi che prima o poi finiscono. L’eredità morale, interiore, gli insegnamenti, l’esempio soprattutto, le indicazioni per stimolare la parte migliore di noi (anche per noi e non solo per essere accettati in società), la correttezza verso gli altri. È un’eredità che hai stampata dentro, che in banca magari non vale nulla, ma che non si consuma col tempo. Perché fa parte di noi già da prima. Le cattive compagnie arrivano, quello che sei lo eri già prima.

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo