di Alfredo Sgarlato – La serata conclusiva del Premio Tenco 2011 offre la sala dell’Ariston di Sanremo finalmente piena. Merito probabilmente di Ligabue che sabato ha portato numerosi fans, riconoscibili dalla maglietta. La serata si apre con Giorgia Del Mese, uno dei nuovi nomi raccolti nella compilation “La leva cantautorale degli anni zero”. Il primo brano non mi dice nulla, più interessanti i due seguenti, musicalmente più elaborati e con ritmi in levare. Ben altro effetto per i Nobraino, quintetto con ottima tecnica strumentale, bella presenza scenica, il cantante ha una gran bella voce baritonale che ricorda (ai tuttologi fanatici come me) Stuart Staples dei Tindersticks, i testi sono ironici. Il pubblico li gratifica con numerosi applausi.

Quindi tocca a Paolo Benvegnù, secondo me oggi il miglior autore italiano di canzoni insieme a Francesco Bianconi. Il suo nuovo disco “Hermann” è arrivato secondo ma meritava la vittoria. Musicalmente Benvegnù è più da considerare un musicista rock che un cantautore vero e proprio e molto rock è la sua esibizione. Purtroppo solo tre brani per lui, che appare un po’ intimidito dal teatro dal nome altisonante. Per fortuna il pubblico ponentino ha già assistito ad un suo memorabile concerto loanese due anni fa.

L’onore del tributo a George Brassens tocca alla Piccola Bottega Baltazar, che rilegge in veneto “Marinette”. Quindi il gruppo prosegue con alcuni brani propri, in italiano e veneto, con arrangiamenti in stile manuche (lo swing gitano). Anche questa band piace molto al pubblico, come i Nobraino una vera rivelazione. Nei cambi palco Peppe Voltarelli intrattiene con monologhi stralunati, ma dà il meglio di sé in uno strepitoso duetto con Petra Magoni sulle note di “Cicoria” di Modugno.

La seconda parte inizia con Jaromir Nohavica, cantautore ceco premiato da Staino con la Targa per l’artista straniero. Vista la provenienza mi aspettavo un cantante molto politico, invece esegue delicate ballate romantiche, accompagnandosi con la chitarra o con l’organetto ereditato dal nonno. Si conclude con gli altri due artisti premiati: Mauro Pagani, accompagnato dalla sua ottima band, Eros Cristiani tastiere, Joe Damiani batteria e l’ospite Mario Arcari ai fiati, ripercorre in breve quarant’anni di carriera, “Impressioni di settembre” applaudita sin dai primi arpeggi, “Creuza de ma” “Ottocento”, “Europa minor” e un brano nuovo, un gospel con testo tratto da un mistico persiano. Conclude Ligabue, che sceglie di eseguire brani dal nuovo album, eccetto “Buonanotte all’Italia”, con Pagani ospite.

La dimensione acustica gli si adatta e il pubblico è in delirio e si affolla sotto il palco. Una serata di alto livello e non solo grazie ai nomi più noti ma a tutti i partecipanti. Appuntamento al 2012, speriamo.