[fp]Nell’ambito della rassegna “I venerdì della biblioteca” promossa dalla Civica “Simonetta Comanedi” di Albenga, venerdì 25 novembre alle ore 17 presso l’Auditorium San Carlo si terrà la presentazione de “Gli uomini ombra” di Carmelo Musumeci (Gabrielli Editore). Interverranno il consigliere delegato alla Cultura Bruno Robello De Filippis, Suor Lilia Carollo dell’Istituto Suore Minime del Suffragio Nostra Signora di Misericordia e Giuseppe Grieco, il quale leggerà brani scelti dal libro. In segno di vicinanza, al termine della presentazione verrà inoltre data lettura di alcuni passi dalle lettere inviate a familiari e amici dal giovane concittadino Tomaso Bruno, attualmente ancora detenuto in India presso il carcere di Varanasi.

di Patrizia Valdiserra – “Giorni eguali, come notti, per giorni inesistenti, per notti inutili, per sempre. Il buio, il nulla, fino all’ultimo dei giorni” . Così Carmelo Musumeci descrive l’esperienza dell’ergastolo. E davvero è un pugno allo stomaco la sua testimonianza, egli detenuto ostativo ai benefici penitenziari – e scrittore – a proclamare la propria esistenza in vita, nonostante l’ergastolo, come l’assenza d’un possibile altro orizzonte. Fendente, il suo libro, che dritto raggiunge le viscere, a lasciare in chi legga l’impressione dolente d’una contusione che pertiene più all’anima che ai sensi.

In quella si racconta di uomini morti alla vita, seppure d’ognuno sia dato certificare l’esistenza, mortificata sì da azioni pregresse in dispregio di norme e valori, ma confitta oggi al muro calcinato d’una cella, stretta da sbarre che, invalicabile confine, mai s’apriranno a spazi vasti di libertà, quella di chi, a piede libero, cammina il mondo certo che all’oggi seguirà domani.

E sono esistenze coatte, cui non è dato nemmeno sperare. Fine pena, per quelle, mai, poiché esistenze ostative: cui nessun beneficio è concesso in termini di permessi premio, semilibertà, libertà condizionale. Ciò, salvo collaborare con la Giustizia all’arresto d’altri.

Era il 1992 allorché il legislatore compilava la norma (Legge 356/92) che prevedeva l’esclusione dal trattamento extramurario per quei condannati non collaborativi, conferendo al regime ostativo la qualità di pena perpetua, sorta di morte viva che affligge chi a sua volta afflisse altri, col proprio delinquere dal mondo degli uomini, come dalle sue leggi.

Così, per chi legga il libro, s’impone un distinguo tra collaboratori di giustizia e pentiti, avendo presente che il pentimento pertiene a quella dimensione d’umanità dolorosa che liberamente si sottopone ad una revisione del proprio vissuto, senza sconti né alibi, ma pienamente cosciente del reato, come della colpa.

Altro la collaborazione, che risponde a precisa scelta processuale e sovente prescinde dall’esperienza del pentimento. Incisivo, ai fini d’una comprensione piena del problema, l’impegno profuso dalla comunità Papa Giovanni XXIII di don Oreste Benzi; impegno volto a denunciare il deficit di un sistema carcerario che non agevola la rieducazione e, nel caso degli ergastolani ostativi, ad oggi, esclude qualsivoglia speranza di reinserimento sociale.

Emblematiche, al riguardo, le parole del prof. Giuseppe Ferraro dell’Università Federico II di Napoli: “La pena non deve annullare, ma dare il diritto di capire. Per difendere la democrazia bisogna abolire l’ergastolo”.

Così, “In carcere tutte le storie finiscono male”. Questo scrive Carmelo in premessa all’ultimo dei suoi racconti. E sono storie di uomini vestiti d’ombra, divenuti invisibili al mondo, come a se stessi, non fosse per quel dolore d’essere che li accompagna. Pure, avviene che l’ombra, di che sono quei detenuti, vapori nella luce d’una speranza che qualcuno talora accende. “Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli trova sempre la forza per riprovarci”…

* Patrizia Valdiserra – direttore della Biblioteca Civica “Simonetta Comanedi” di Albenga

Il volume pubblicato da Gabrielli Editore, presenta intro a cura di Nadia Bizzotto e Giuseppe Angelini, della Comunità Papa Giovanni XXIII; nota di Vauro Senesi; prefazione di Alberto Laggia, inviato speciale di “Famiglia Cristiana” e autore di numerosi libri d’inchiesta; postfazione del giurista Giovanni Russo Spena. La copertina è di Vauro Senesi. Condannato all’ergastolo senza benefici, Carmelo Musumeci, si trova oggi nel carcere di Spoleto. Entrato con licenza elementare, mentre è all’Asinara, in regime di 41 bis, riprende gli studi e da autodidatta termina le scuole superiori. Nel 2005 si laurea giurisprudenza con una tesi in Sociologia de] diritto dai titolo “Vivere l’ergastolo” Attualmente è scritto all’università di Perugia al Corso di Laurea specialistica, ha terminato gli esami e attualmente sta preparando a Tesi con il Prof. Carlo Fiorio, docente di Diritto Processuale Penale. Nel 2007 conosce don Oreste Benzi e da tre anni condivide il progetto Oltre le sbarre, programma della Comunitò Papa Giovanni XXIII. Autore di molti racconti e del romanzo “Zanna Blu”, di prossima pubblicazione presso Gabrielli editori, è promotore della Campagna “MAI DIRE MAI” per l’abolizione del!a pena senza fine. Collabora con diverse testate e blog su internet come: urladalsilenzio.wordpress.com; www.linkontro.info (collegata all’associazione Antigone), tiene un diario su www.informacarcere.it