di Guglielmo Olivero – Avendo poco (o nessuna) confidenza con la religione, assisto sbigottito ai massacri e alle follie alle quali porta il credere, qualunque sia la fede. Sono invece catturato dalla bellezza del mondo, dalle sue infinite razze, dalle mille culture. Mi definisco, come tante altre persone, un cittadino del mondo dove non esistono frontiere e confini e dove tutti viviamo in una terra nella quale ci è concesso di soggiornare, per un brevissimo spazio di tempo (ottant’anni sono un centesimo di secondo nel cosmo).

Trovo perciò fuori dal tempo le esternazioni che ancora oggi ho sentito sul fatto che uno straniero che nasca in Italia non possa avere la nostra cittadinanza. Un problema che ieri il nostro saggio Presidente della Repubblica ha sollevato con passione e con urgenza e sul quale, come accade, si sono riversati i consueti epiteti razzisti in salsa verde. Non vedo dove sia il problema: in un mondo evoluto, dove grazie ai mezzi della tecnologia, siamo in contatto con tutti i Paesi, questi concetti di ristretezza non hanno senso, fermo restando il principio che chi delinque o si comporta fuori dal rispetto della legge è perseguibiile, qualunque sia il suo colore.

Abbiamo la fortuna di vivere in un mondo dove le diverse razze si mischiano, si conoscono e, a volte, si amano e procreano. Ma questo principio che porta a un mondo di larghe vedute non può essere recepito da chi ha un cervello ristretto.

* Willypedia, rubrica Corsara di Guglielmo Olivero