di Claudio Almanzi – Ha preso il via nell’entroterra ingauno la tradizionale rassegna di Incontri con gli autori, denominata “Un libro per amico”, organizzata ad Arnasco, nel periodo invernale. Ad inaugurare gli incontri nella Sala Polivalente cittadina è stato il giornalista e scrittore Claudio Porchia, autore (insieme ad Alfredo Moreschi) del libro: “Il mondo verde celtico”, illustrato da Dino Gambetta. Nel corso della serata si è anche esibita la famosa virtuosa di Arpa Celtica Claudia Murachelli. A presentare i due ospiti è stato lo stesso sindaco di Arnasco Alfredino Gallizia: “Siamo onorati- ha detto Gallizia- di aprire la rassegna con un volume così interessante e con un mini concerto di così grande rilievo, come quello che ci ha voluto offrire la raffinatissima artista imperiese Claudia Murachelli”.

La Murachelli, giovane ed assai nota virtuosa dell’arpa celtica, ha evocato suggestive atmosfere con brani della tradizione nordica: “A noi non è giunto- ha detto la Murachelli- nessuno spartito originale di musica celtica. Negli anni però sono stati riscritti circa 300 spartiti che possono essere collocati in quel periodo. Si tratta soprattutto di brani legati alla tradizione popolare bretone ed irlandese”.

Claudia Murachelli, musicista, scrittrice, soprano, ha accompagnato la presentazione del libro sul mondo celtico, con brani davvero stupendi. Dopo avere frequentato la Scuola di Musica Yamaha di Arma di Taggia, la Murachelli si è perfezionata in Irlanda presso la Willie Clancy Summer School sotto la guida di concertisti internazionali, tra cui Graime Hanbly e Cormac de Barra. Cantante e arpista nella Band Lumihiutale è autrice di numerosi pezzi del gruppo.

“Il mondo verde celtico”, edito da Zem di Vallecrocia, scritto in collaborazione con Alfredo Moreschi, propone una serie di interessanti curiosità sul mondo dei Celti, sulle loro usanze ed in particolare si occupa di ricostruire la cultura botanica, farmacologia ed alimentare di un popolo del quale sappiamo ben poco: “Le notizie che abbiamo sui Celti – ha raccontato Porchia- derivano soprattutto dagli scrittori latini come Cesare e Plinio. I Celti infatti non hanno lasciato nulla di scritto perciò quello che possiamo conoscere su di loro lo deriviamo proprio dalla cultura che contribuì alla loro distruzione”. Porchia accompagna il lettore negli usi, costumi, ed abitudini di quel popolo, cercando soprattutto di far conoscere e scoprire il loro amore per la natura.

“La festa più importante dell’anno – ha detto in conclusione Porchia- per i Celti era quella che noi denominiamo San Giovanni. In questo periodo infatti, per quattro giorni consecutivi, sole e luna si collocano esattamente nello stesso punto del cielo. Per loro il cielo era come una grande lavagna sulla quale leggevano le scadenze principali della vita”. Particolare risalto è stato dato dallo scrittore al calendario celtico, che comprendeva 13 mesi di 28 giorni ciascuno. Ad illustrarlo in modo impareggiabile ci sono anche le 13 tavole realizzate appositamente dal noto acquerellista Dino Gambetta.