di Claudio Almanzi – Una mostra allestita appositamente dall’Ufficio dei Beni Culturali della Diocesi di Albenga- Imperia per presentare al grande pubblico ed ai fedeli i risultati di 17 importanti restauri eseguiti negli ultimi anni nell’ambito del territorio diocesano. Domani (alle ore 16 e 30 presso il Museo Diocesano di Albenga) verrà inaugurata la mostra dal titolo: “Capolavori ritrovati, restauri nella Diocesi di Albenga- Imperia” che resterà aperta fino al 28 gennaio. “Il Museo Diocesano – dice Antonio Rolandi Ricci, uno degli organizzatori- vi aspetta per il consueto appuntamento natalizio. Quest’anno protagoniste saranno diciassette opere d’arte restaurate nell’ultimo decennio in Diocesi. Molti capolavori ed oggetto di grande rilievo.

Fra le novità due stupende tele di Orazio De Ferrari che offrono l’opportunità di raffronto fra l’artista nel periodo giovanile ed al termine della sua carriera. Altre chicche sono i restauri di opere del Maragliano, del Fiasella e di Giovanni Battista Filiberto”. Una mostra che presenta tele, sculture ed oggetti di fede provenienti soprattutto da chiese parrocchiali di piccoli centri dell’entroterra, a dimostrazione della capillare diffusione dell’arte nel territorio diocesano ingauno. Ad accompagnarci nella visita oltre al dottor Rolandi Ricci è stata anche la dottoressa Sara Marzo: “È possibile ammirare- ci ha detto la Marzo- capolavori che sono stati restaurati grazie all’impegno economico della Diocesi, delle parrocchie e di enti e fondazioni”. Fra i capolavori che sarà possibile ammirare vi sono un magnifico ed inedito dipinto su tavola di Domenico Fiasella proveniente da Nirasca, lo splendido Crocifisso di Tovo Faraldi di Anton Maria Maragliano ed una tela raffigurante l’incredulità di San Tommaso, vero e proprio gioiello dell’arte di Orazio De Ferrari, opera che proviene invece da Verezzi. “Si tratta- dice Antonio Rolandi Ricci- di una mostra che rappresenta una vera e propria occasione per scoprire i tesori di arte e fede che si celano nelle chiese del nostro territorio: “Le opere restaurate provengono infatti soprattutto dall’entroterra.

Dalla chiesa parrocchiale di Sant’Antonino di Casanova Lerrone giunge infatti “La Madonna del Rosario” di Orazio De Ferrari. Queste le altre provenienze: dalla parrocchiale di San Michele Arcangelo di Nirasca la “Madonna col Bambino ed i santi Domenico e Caterina da Siena”; dalla parrocchiale di Sant’Antonio Abate di Tovo Faraldi lo stupendo “Crocifisso” del Maragliano, dalla Chiesa di San Giacomo Maggiore di Acquetico l’“Inginocchiatoio da crocifisso”, dalla parrocchiale di Nostra Signora della Neve di Curenna il “Repositorio”, dalla chiesa della Natività di Maria di Garlenda i due dipinti del De Ferrari, dalla Chiesa di San Dalmazzo di Pornassio le due sculture lignee del Maestro della Madonna di Pornassio; dalla Chiesa di san Martino Vescovo di Rezzo le due sculture lignee di scuola maraglianesca che rappresentano san Domenico e Santa Caterina”.

Un discorso a parte, secondo l’esperto d’arte Antonio Rolandi Ricci meriterebbe infine Giovanni Battista Filiberto, uno scultore la cui produzione si sta scoprendo solo da pochi anni: “In mostra abbiamo quattro suoi restauri – conclude Rolandi Ricci- di notevole pregio. Si tratta di un” Tabernacolo” che giunge dalla Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo di Diano Borello e tre busti di San Calocero, San Pietro e San Paolo provenienti da Casanova Lerrone”. Infine ci sarà in mostra anche il celebre “Cristo che porta la Croce” di Antonio Brilla, proveniente dall’Oratorio di Nostra Signora del santo Rosario e conservato a Loano, nell’Oratorio delle Cappe Turchine, e portato ogni anno più volte in Processione”. La mostra al Museo Diocesano sarà aperta con il seguente orario: la mattina, dal martedì al sabato, dalle 10 alle 12; il pomeriggio, dal martedì al giovedì, dalle 15 alle 17, il venerdì, sabato e domenica, dalle 15 alle 18.

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