di Alfredo Sgarlato – Negli ultimi due anni la critica cinematografica si è accapigliata particolarmente su due film: “Inception” di Christopher Nolan e “The Tree of life” d Terrence Malick. In entrambi i casi non sono d’accordo con i giudizi estremi che ne sono stati dati: non sono due capolavori, non sono due bufale. “Inception” è un buon film d’azione, molto ben scritto e recitato, ma Nolan non è il nuovo Kubrick. “The tree of life” è un film che ha pregi e difetti, abusa di camera a mano, le musiche sono orribili e usate in maniera banale, la storia non è semplice da seguire, però osa molto, cerca uno stile e spesso lo trova, ha un’idea forte alla base, condividerla o no (nel mio caso no) è soggettivo.

Certamente, se diciamo che questo film è un capolavoro Kubrick o Hitchcock dobbiamo venerarli più di un dio, se diciamo che è una ciofeca per Von Trier o i Vanzina dobbiamo chiedere la pena di morte. Il mio sospetto è che l’ultimo Malick, come l’ultimo Tarkovskij, si senta “obbligato” a dire qualcosa, mentre nei primi film (che vi invito ancora una volta a cercare) gli riusciva spontaneo. Buffe le esercitazioni della critica su altri film importanti dell’anno. Di “Midnight in Paris”, che non ho ancora visto ma vedrò perché Woody Allen va visto a prescindere e poi dopo aver visto “Inception” non mi perderei mai un film con Marion Cotillard, c’è chi dice che è il miglior Woody degli ultimi dieci anni, c’è chi dice che è il peggiore ma lo dicono di tutti i suoi film da vent’anni a questa parte, spesso scambiandosi i ruoli.

Di “La pelle che abito” di Almodovar (bello ma non il suo migliore) hanno detto che fa sempre lo stesso film. Di “A dangerous method” di Cronenberg (bello ma non il suo migliore) hanno detto che non è più lui. E di Polanski, che con “Carnage” (forse più perfetto che veramente bello) ha fatto per la ventesima volta una variazione sullo stesso film? Pare non essersene accorto nessuno. Navigando in internet ho scoperto che lo snobismo primavera- estate 2011 è parlare male dei Fratelli Coen. Confesso che dopo un film definitivo come “A serious man” temevo che “Il Grinta” fosse un esercizio di stile. Invece no, è un filmone, come sempre quelli dei Fratelli Coen, e ve lo dice uno che non va matto per il western. Altro passatempo della critica, interrogarsi se il nuovo cult, Nicholas Winding Refn è un maestro o un cialtrone, se è un genio o uno che sa girare ma non ha niente da dire. Premesso che se quelli che hanno qualcosa da dire sono Von Trier o Haneke o i Dardenne e le loro molte brutte copie mi tengo stretto i mestieranti, non ho ancora visto “Drive” (miglior regia a Cannes) ma se vale anche solo la metà di film sensazionali come “Valhalla rising” o “Bronson” sarò un cinefilo felice.

Aggiungendo che il film più bello dell’anno è “La donna che canta” di Denis Villeneuve”, il più simpatico è “La kriptonite nella borsa” di Ivan Cotroneo, il più geniale “L’esplosivo piano di Bazil” di Jean Pierre Jeunet e il più sottovalutato “Angele e Tony” di Alix Delaporte, rimane da parlare del cinema italiano. Habemus Moretti, Bellocchio sempre, tante opere prime e seconde degne di interesse, Sorrentino me lo sono perso (per ora). Soprattutto un ‘ottima nuova generazione di interpreti. Sperando che Albenga continui ad avere il suo splendido cinema Ambra e che non si debba più ricorrere alla pirateria per vedere un capolavoro assoluto come “I’m a cyborg and that’s ok” di Park Chan Wok o riscoprire “Z- l’orgia del potere” vi auguro un buon 2012 al cinema.

* il trend dei desideri: la rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato

I migliori film (da me visti nel) 2011

in sala:

  • La donna che canta (Denis Villeneuve)
  • Il grinta (Joel e Ethan Coen)
  • L’esplosivo piano di Bazil (Jean Pierre Jeunet)
  • Carnage (Roman Polanski)
  • A dangerous method (David Cronenberg)
  • Il rifugio/Potiche (Francois Ozon)
  • Angele e Tony (Alix Delaporte)
  • Habemus Papam (Nanni Moretti)
  • Sorelle Mai (Marco Bellocchio)
  • Into Paradiso (Paola Randi)
  • Another year (Mike Leigh)
  • Hereafter (Clint Eastwood)
  • American Life (Sam Mendes)
  • La pelle che abito (Pedro Almodovar)

in casa:

  • Viridiana/ Nazarin (Luis Bunuel)
  • Ucciderò un uomo /L’innocenza del peccato (Claude Chabrol)
  • Lo spirito dell’alveare/El sur (Victor Erice)
  • Gruppo di famiglia in un interno (Luchino Visconti)
  • Battle Royal (Kinji Fukasaku)
  • 5X2/Gocce d’acqua su pietre roventi (Francois Ozon)
  • I’m a cyborg and that’s ok /Thirst (Park Chan Wok)
  • The days of being wild (Wong kar wai)
  • Valhalla rising/ Bronson (Nicholas Winding Refn)
  • Le strelle nel fosso (Pupi Avati)
  • Strange circus (Sion Sono)
  • La dea del ’67 (Clara Law)
  • Strada a doppia corsia (Monte Hellmann)
  • Gli amanti del circolo polare (Julio Medem)