di Sandra Berriolo – In discesa faccio sempre le scale a piedi. E così facendo questa mattina son tornata indietro nel tempo, all’improvviso, magicamente, inaspettatamente. Quattro giri di scale, una serie di ricordi. Ad ogni giro di scale mi sembrava di tornare ai tempi delle domeniche degli anni ’60, quelli delle elementari. I profumi di cibo si confondevano per poi separarsi. Le patate al forno, l’arrosto, l’aglio e prezzemolo, il sugo di carne, un dolce non meglio compreso. Non che non si senta mai profumo di cucina ma da anni non ne sentivo di così intenso e in quantità.

Non voglio dire che la recessione spinge a cucinare di nuovo anziché andare in rosticceria; non intendo che le donne di oggi non ne hanno voglia come quelle di un tempo. Dico solo che era da un po’ che non sentivo l’aria di Natale dal profumo di mangiare di casa. Ormai si sentono solo musiche (troppo alte) classiche in versione rap in inglese, si vedono solo preparazioni culinarie gelatinate, alberi finti (per fortuna), e bambini che ordinano i regali come gli sposi con la lista nozze. Niente è più attesa, nulla è speranza e persino alcunché deve essere delusione. Come a volte succedeva per un arrosto troppo asciutto o una zuppa inglese troppo molla.

Buon Natale.

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo