Gli artisti ingauni in lutto per la scomparsa di Giovanni Tinti

di Claudio Almanzi – Il mondo dell’arte è in lutto per la morte di uno dei più noti e amati artisti liguri, Giovanni Tinti. Creatore raffinato e sensibile, decano degli artisti savonesi. “Un caro amico ed un grande maestro- dice il collezionista ed esperto d’arte Augusto Andreini- che ha attraversato con leggerezza ed ironia, attraverso le sue creazioni, oltre sessant’anni di storia dell’arte, dispensando consigli e pillole di saggio istrionismo artisti di quattro diverse generazioni tanto da essere considerato un vero decano sia dagli artisti albisolesi sia da quelli calicesi, in eterna lotta sulla supremazia artistica in campo provinciale”.

 Tinti (che era nato a Bragno) era malato da qualche mese ed era curato amorevolmente dalla moglie Carla. Alle spalle una carriera lunga ed interessante che lo ha portato dall’inizio degli anni Cinquanta (con gli esordi di una pittura figurativa e paesaggistica) ad oggi ad essere presente in importanti musei nazionali ed esteri, protagonista in prestigiose gallerie e collezioni private di tutto il mondo. In occasione dell’ultima sua grande personale, nel giugno 2010, nella saletta di Pozzo Garitta 11, del Comitato di Rigore Artistico di Albisola, tutti i presenti si sono resi conto della popolarità e dell’affetto che circondavano l’artista. Sempre spiritoso e pungente, inseparabile dal suo bastone che con molta ironia era anche divenuto addirittura protagonista di una mostra di bastoni in ceramica nel 2005.

Giovanni Tinti era del diciassette, nel dopoguerra aveva iniziato l’attività espositiva che lo ha portato negli anni ‘50 e ‘60 a vivere le esperienze più avanzate a contatto con le grandi personalità del tempo che hanno reso celebre Albisola e Savona in campo nazionale e internazionale. Con sobrietà e stile, ha mantenuto intatta negli anni la voglia di creare e di esprimersi, dapprima nell’ampio periodo dedicato alle bande meccanografiche, fino a sviluppare negli ultimi decenni una serie di ideogrammi che sono divenuti poi il suo alfabeto espressivo artistico. “ Partendo dalla pittura figurativa- conclude Adalberto Guzzinati- l’arte di Giovanni Tinti è andata evolvendosi attraverso le celebri sperimentazioni degli anni Settanta con le bande meccanografiche, il simbolismo segnico e la ceramica, il settore nel quale a mio parere forse ha raggiunto i massimi livelli”. I funerali si svolgeranno domani mattina alle ore 10 nella chiesa di San Filippo Neri a Savona.