di Sandra Berriolo – Tutto quanto fa spettacolo, si diceva tantissimi anni fa. Ora è più vero che mai. Il terremoto non fa piacere a nessuno, certo, ma da qui a definire una tragedia in Liguria i residui di una scossa originata in Emilia ce ne passa, secondo me. “Un boato immenso” è stato descritto da qualche utente di facebook. Si perché non era ancora finira la scossa che già c’erano i cambi di stato su FB. Io lo so, c’ero anche io in quel momento al computer e la prima cosa che ho fatto è stato scrivere che c’era il terremoto. Evidentemente è un po’ come quando un tempo si aprivano le finestre e si parlava col vicino. Adesso il vicino è Gallarate o a Salerno. In tre minuti sapevo dove e quanto si era sentito.

Solo che, ragazzi, non esageriamo! Qualcuno si allarma che “improvvisamente hanno visto tavoli, sedie e librerie iniziare a tremare per lunghi secondi che sembravano interminabili e parevano non passare più”. Certo perché il terremoto mi dovrebbe informare prima di arrivare? È il terremoto, ragazzi: è normale! Abituati alle previsioni del tempo e del traffico, al navigatore per non sbagliare mai strada (sicuri?), ai Maya per sapere quando finisce il mondo, volete almeno avvertirci del terremoto? Forse chi ne ha vissuti di allarme-terremoto (io dal 1961 o giù di lì) non ci fa molto caso, anche se certo stai allerta. Ma questi ragazzi che vedono tutti ‘sti film terrificanti e disastrosi come fanno a morir di paura per una scossa in una casa moderna? Dovrebbero mettersi subito la tuta di Superman (o Bruce Willis a seconda delle preferenze) per volare a vedere se qualche vecchietta come me può aver bisogno.

Invece: ” molti sono rimasti impietriti e incapaci di muoversi, molti invece sono fuggiti fuori dalle proprie abitazioni o hanno contattato amici e parenti” recita il web. Amici e parenti? E per cosa? Quelli di cui si parla male persino al pranzo di Natale? Ma il massimo si raggiunge chiamando le forze dell’ordine. Cosa ne sanno i Vigili del Fuoco quanto dura il terremoto? Possono forse i Carabinieri arrestarlo? Forse che la Polizia stradale ci indica che vie prenderà la prossima scossa?

Non capisco se è più la paura o la voglia di dire: c’ero anche io, speriamo mi intervistino in tv. Certo, un bel crollo del mio palazzo potrebbe aumentare il turismo fotografico del Ponente ligure. Ho pronto il plastico di casa mia, casomai Vespa avesse bisogno.

Ma ora qualcosa di serio.

Secondo il geofisico Michael Blanpied esistono tre principali motivi per i quali ci sembra che gli eventi sismici siano in aumento.

1: La qualità e diffusione del giornalismo è migliorata negli ultimi anni, e la mole di notizie è cresciuta in maniera esponenziale grazie a internet. Perciò siamo molto più informati di quello che succede in Cile o Nuova Zelanda rispetto a dieci o venti anni fa.

2: Anche gli apparecchi per registrare e studiare i terremoti sono migliorati, di pari passo con la tecnologia. Perciò se ne catalogano di più, includendo anche quelli meno forti.

3: La popolazione del mondo è aumentata a dismisura e ora anche le zone ad alto livello sismico sono abitate, cosicché anche i terremoti nei luoghi più “sperduti” causano numerose vittime attirando l’attenzione del resto del mondo.

Anche le statistiche, come quelle qui sotto tratte dal sito www.matadornetwork.com che arrivano fino alla prima metà del 2011, non denotano nessun incremento significativo né nel numero di terremoti gravi né nel numero delle vittime. Ci sono anni con più decessi dovuti a catastrofi naturali, come il 2004 dopo il maremoto nell’Oceano Indiano e il 2010 con Haiti, ma altri relativamente bassi, come il 2007. Gli studiosi affermano che non c’è da preoccuparsi e quindi sta a noi (e anche ai titolisti dei quotidiani) non farci cogliere da paure ingiustificate.

(Ps. Scrivendo queste righe ho sempre tenuto le dita incrociate)

* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo