di Claudio Almanzi – Compie dieci anni, proprio in questi giorni, la sezione albenganese del Tribunale ecclesiastico regionale, dipendente dalla Conferenza Episcopale Ligure, che istruisce le cause di nullità del matrimonio riguardanti i fedeli che risiedono nella riviera di ponente. Da quando è stata attivata questa istituzione il numero di cause relative agli annullamenti è andato leggermente a diminuire. “La sezione albenganese- dice il responsabile ingauno, giudice istruttore Don Bruno Scarpino- è al decimo anno di vita, un piccolo traguardo, che va tuttavia rilevato, non a scopo celebrativo, ma per dare risalto al servizio pastorale offerto ai fedeli che ha riguardato un considerevole numero di persone: sono state 1.550, parti in causa e testimoni. Ben 18 delle 23 cause gestite nell’anno (il 78%) sono state patrocinate gratis dall’avvocato pubblico, dopo adeguata verifica della necessità economica del richiedente”. Il giudice istruttore albenganese prosegue.

“Bisogna piuttosto rilevare che il numero delle cause canoniche di nullità, rispetto al complesso delle separazioni e dei divorzi dichiarati nell’anno dai Tribunali civili liguri, è esiguo. Su base nazionale il dato è analogo. I capi di nullità invocati, nelle 23 cause gestite nell’anno, sono i seguenti: esclusione della prole n. 11 – esclusione dell’indissolubilità del vincolo coniugale n. 7 – esclusione della fedeltà coniugale n. 2 – grave difetto di discrezione di giudizio n. 16 – incapacità di assumere gli oneri coniugali n. 14. La somma dei capi di nullità proposti (50) è maggiore del numero delle cause perché nello stesso procedimento si possono proporre all’esame diversi motivi d’invalidità del vincolo. Da questi dati si ha nuova conferma delle difficoltà d’ogni tipo che l’istituto del matrimonio continua a patire. Ci si sposa, spesso, con delle concezioni dell’uomo e della vita così lontane dalla prospettiva cristiana, al punto che neppure si vuole il matrimonio come il consorzio naturale alla base della società umana”.

La Curia ingauna comunica annualemte i dati relativi all’attività dei Tribunali Ecclesiastici, che si occupano delle pratiche relative agli annullamenti matrimoniali, riguardanti i fedeli residenti nel Ponente ligure. Dalle cifre emerge una lieve diminuzione delle pratiche rispetto agli anni precedenti e che si tratta di cifre molto basse rispetto ai dati civili: “ I dati – dicono in Curia- registrati nel 2011 sono modesti, al confronto con le grandi cifre delle statistiche civili, riguardo a separazioni e divorzi, per quanto riguarda il territorio diocesano, che si estende su parte delle province di Savona, Imperia e Cuneo”.

Le ragioni della flessione del numero di pratiche rispetto agli anni precedenti possono essere diverse, ma non legate direttamente all’onere economico, perché molte cause, previa adeguata dimostrazione della necessità, sono state patrocinate direttamente ed in modo gratuito dal Patrono pubblico. Forse a portare alla diminuzione del numero di cause vi è stata la crisi economica ed una minore sensibilità tra i fedeli verso le situazioni matrimoniali irregolari.

Il Tribunale ecclesiastico di Albenga era stato aperto nel 2001 per venire incontro alle esigenze dei fedeli della Riviera di Ponente: “Le distanze da Imperia e Albenga a Genova- concludono in Curia – sono davvero notevoli. Così nel 2001 apparve logico facilitare i fedeli che dovevano recarsi fino a Genova al Tribunale Ecclesiastico per deporre nelle cause di nullità. Così è nata l’idea di creare una sezione istruttoria ad Albenga, dove si incontrano ora le parti in caso di richiesta di annullamento di matrimonio o di convivenze irregolari”.