LA GIUSTA SENTENZA

di Guglielmo Olivero – “Cosa volete che siano diciasette anni davanti all’Eternit?”: la vignetta di Vauro apparsa questa mattina sul Manifesto (si vede una tomba con sopra scritta la frase citata) è la sintesi della giusta sentenza emessa ieri dal tribunale di Torino sulla vicenda Eternit per la quale hanno perso la vita, tra dipendenti e cittadini di Casale, oltre duemila persone. Si, duemila, nel corso di decenni nei quali la fabbrica ha prodotto ed emesso veleni, distruggendo famiglie, vite, speranze, sogni. E mentre i due magnati facevano soldi a palate, dentro e fuori si moriva con un tumore che non lasciava scampo, due anni  di vita dai primi sintomi, alla gola ed alla schiena.

Una mia cara amica che ha difeso parenti di alcune vittime mi disse un giorno: “Non andate in Iraq se cercate l’inferno. Basta fare pochi chilometri e venite ad osservarlo a Casale”. Adesso che la giusta sentenza è stata emessa mi vengono in mente gli agghiaccianti sorrisini di qualche manager della Confidustria sulla vicenda oltre al silenzio che ha accompagnato questo dramma, poco seguito dagli organi di informazione, tutti pronti a non disturbare un’azienda che li foraggiava.

Duemila morti, ma ci pensate? Questa mattina qualcuno, che non ha seguito la vicenda, pensava si trattasse di un errore di stampa. Purtroppo non lo era, e quel numero è destinato ad aumentare considerato che si continua a morire, generazione dopo generazione. I media hanno taciuto e ci hanno riempito la testa sugli eroi di battaglie lontane. Quando gli eroi, i veri eroi, erano a morire a pochi chilometri da casa nostra.

* Willypedia, la rubrica Corsara di Guglielmo Olivero