di Franco Astengo – Il 14 Febbraio 1984, San Valentino, l’allora ministro del Lavoro del governo Craxi, Gianni De Michelis, firmò un decreto con il quale furono “sterilizzati” dalle buste paga dei lavoratori quattro punti di scala mobile: punto d’avvio (veramente c’era già stato un tentativo precedente svolto da un altro ministro del Lavoro, il democristiano Scotti) del…l’attacco allo strumento che consentiva di fronteggiare l’alta inflazione di quei tempi e primo atto (conseguente alla marcia dei 40.000 della Fiat del 1980 che chiuse la lotta dei “trentacinque giorni”) di un attacco alle condizioni materiali di vita e di lavoro delle grandi masse operaie, in funzione di una idea di “semplificazione” nel rapporto tra politica e società in linea con quella idea “neo-liberista” che, in quella fase, aveva principiato a dominare la scena internazionale grazie all’opera di Reagan negli USA e di Margaret Tachter in Gran Bretagna. Seguì uno scontro durissimo tra la CGIL ed il PCI da una parte, e l’area del pentapartito dall’altra, con l’esito immediato di una rottura sindacale profondissima non solo con CISL e UIL ma anche all’interno della CGIL tra le due maggiori componenti, quella comunista che difendeva la scala mobile e quella socialista, schierata dalla parte del governo.

Vi furono manifestazioni e scioperi, in Parlamento PCI, PdUP e DP condussero un estenuante astensionismo e la spaccatura a sinistra apparve in tutta la sua evidenza allorquando, nel mese di Maggio, al congresso del PSI di Verona il segretario del PCI Enrico Berlinguer fu fischiato dalla platea (e non solo).

Nel corso della campagna elettorale per le elezioni europee del 1984 morì lo stesso Berlinguer, colto da malore durante un comizio a Padova: alle elezioni il PCI, sull’onda del dolore per la scomparsa del segretario, realizzò per la prima ed unica volta il “sorpasso” sulla DC: ma si trrattò di un fuoco di paglia.

I comunisti e la nuova sinistra chiesero un referendum sul decreto De Michelis, che persero, ottenendo soltanto il 46% di si all’abrogazione, nel maggio dell’anno successivo: i rapporti politici e sociali in Italia avevano bruscamente sterzato in una direzione che poi avremmo compreso meglio negli anni immediatamente successivi. 14 Febbraio 1984: comunque una data fatidica nella storia d’Italia.

* Franco Astendo – Savona, politologo