[fp] – Ieri prima udienza presso il Tribunale di Genova della causa per diffamazione intentata da Melgrati contro Christian Abbondanza e la Casa delle Legalità; presente Melgrati, che si è costituito parte civile, assistito dall’avv.to Franco Vazio; assente Christian Abbondanza.

I fatti che hanno occasionato nell’agosto del 2010 la controversia, sono noti: in quei mesi  era stato pubblicato, sul sito internet www.casadellalegalita.org – ripreso anche da altri siti e blog, tra i quali Alassio 2009 e Trucioli Savonesi – un video dal titolo “Alassio il regno di Melgrati, dove il cemento cola”, nel quale “veniva ripetutamente offesa la reputazione del Consigliere Regionale Marco Melgrati, ai tempi Sindaco di Alassio”. Era scattata così la denuncia per diffamazione, presso la Procura di Genova, competente territorialmente, per i contenuti del filmato e delle scritte in sovrimpressione, che accostavano Melgrati a comportamenti e appartenenze mafiose, a intrecci e appartenenze massoniche e alla presunta incompatibilità del suo doppio ruolo di progettista e di amministratore pubblico.

In data 20 luglio del 2011 era stato firmato il “Decreto di citazione in giudizio” per Christian Abbondanza, e ieri la prima udienza in tribunale a Genova per il reato di cui all’art. 595 commi 1,2 e 3 c.p., Pubblico Ministero il dott. Pier Carlo Di Gennaro.

Invitato dal Giudice a trovare un accomodamento, Melgrati ha dichiarato che “se da domani scompare dai vari siti internet e da You Tube il filmato incriminato, gravemente lesivo della Sua reputazione, e il sig. Christian Abbondanza, tramite il suo sito e con un comunicato stampa, rende pubbliche scuse, stabilendo un risarcimento oneroso congruo” (che Melgrati ha già dichiarato che devolverà in beneficenza al reparto di pediatria infantile dell’ospedale di Savona del Prof. Cohen) è disposto a ritirare la denuncia. Diversamente, si procederà con la successiva udienza già fissata dal Giudice a giugno di quest’anno. “Non basta avere una moglie siciliana, ancorché facente parte della Polizia di Stato, per essere accusato di mafiosità”, ha ironizzato Melgrati ribadendo la sua ” assoluta fiducia nella Magistratura” e la sua “assoluta estraneità a comportamenti men che leciti”.