L’IMPORTANTE È MOVIDA

di Guglielmo Olivero – Gli ultimi sondaggi affermano che i giovani non cercano più lavoro. Troppa la paura di trovarne uno e trovarsi a rinunciare alle tante soddisfazioni che offre la vita, soprattutto quando è sulle spalle degli altri. Troppa la paura di trovare un lavoro che magari impegni il sabato e la domenica e le feste comandate e ti costringa ad alzarti dal letto al mattino presto, soprattutto se devi prendere un treno. Meglio non rischiare e lasciare la situazione di stallo: un po’ come il Governo con le elezioni amministrative.

Perché il rischio di trovare un lavoro sarebbe troppo alto adesso che inizia la movida ossia il circo Barnum moderno della nostra gioventù, che gira da un locale all’altro non badando a spese (tanto i soldi sono di papu). Dalla mezzanotte alle cinque del mattino, magari disturbando quelli che vorrebbero andaresene a letto accompagnati soltanto dal silenzio. La movida moderna poi presenta tanti spettacoli indimenticabili, ultimo dei quali quello di mettersi negli occhi gocce di vodka e altri superalcolici. Fortunatamente l’esperimento è riuscito e qualcuno è andato d’urgenza all’ospedale.

Questo è quello che passa il convento, questa è la generazione con la quale dobbiamo fare i conti. Ce ne faremo una ragione. Soltanto non veniteci a dire che questi sono coloro che formeranno l’Italia del domani e ci aiuteranno a risollevarsi. Se fosse così meglio costituirsi subito al nemico.

* Willypediarubrica Corsara di Guglielmo Olivero

13 Commenti

  1. con i soldi guadagnati onestamente, ognuno fa ciò che vuole. A vent’anni spendevo da Spinnaker ad Alassio parte dello stipendio…Me lo guadagnavo e lo spendevo…. ah la gioventù! Non è che aveva ragione De Andrè “che si da buoni consigli quando non si può più dare cattivo esempio?!

  2. ..primo stipendio mio a 16 anni….(350 mila lire) ne ho dato la metà ai mie!!
    ..primo stipendio mia nipote..si è comprato Ipod ultima generazione (700 euro) …la differenza si potrebbe condensare in questo luogo comune….

  3. Credo che Willy parli a ragion veduta. Sono stata testimone ed ho condiviso gli inizi della sua carriera lavorativa. Fatta anche di tante piccole collaborazioni che alla fine del mese facevano uno stipendio. E certo non c’erano né sabati né domeniche di pausa. Ma lo sballo vero era la passione per il lavoro. Ecco forse questo è il problema. Non abbiamo insegnato ai giovani che nella vità è necessario prima di tutto scoprire qual’è il lavoro che ci piacerebbe fare e su questo investire anche se non ci da subito uno stipendio vero. Scoprire cosa davvero ci piace e lottare, lavorare per ottenerlo. Solo così il sacrificio è sopportabile. Invece li abbiamo lasciati in balia della pubblicità che ha insegnato loro che nella vita si vive per acquistare “oggetti” ed un lavoro vale un’altro…Basta acquistare. Ma non tutti i giovani sono così. per fortuna io ho esempi di ragazzi che hanno anche tanta voglia di lavorare per costruirsi un futuro. Quarantenni e giovani dovrebbero lavorare fianco a fianco. Noi abbiamo l’esperienza, ma anche loro possono insegnarci molto di questo mondo “liquido”.

  4. piantamiola coi luoghi comuni. la crisi c’è, il lavoro non c’è i soldi non girano eil poco lavoro è modesto e tutelato maale, la classe dirigente non è all’altezza gli imprenditori non sono quelli degli anni ’60 ma schiavisti come marchionne. e poi uno ha anche il diritto di fare quello che sa fare, come i ricercatori costretti a emigrare in paese più civili che investono nella ricerca

  5. …le aziende ( una operante nel settore dei servizi funerari … e non è ironia..e l’altra una nota sala cinematografica nel savonese)….hanno già occupato i posti vacanti…(tutti e due con over 30…extracomunitari…che probabilmente avevano bisogno e voglia di lavorare)…saluti

  6. @infingardo: 1.400,00 x 6 ore lavorative… non male. Può rendere noto di che lavoro si trattava e se le aziende hanno ancora bisogno? Può “segnalare” anche altri oltre ai due che sono “scappati”? Non sto facendo solo dell’ironia, giuro.

  7. …il m ondo è bello perchè è vario…e tutte le opinioni in quanto tali sono “opinabili”…certo è che la mia generazione non era una generazione di santi ma non buttavamo via i soldi ….anche perchè non ne avevamo la possibilità…i mie genitori ricordo che passavano i vestiti di mio fratello a me….ogni anno si tirarva a sorte per chi dei due mandare in gita scolastica…e la neve credo di averla toccata realmente la prima volta a 18 anni…io ho due figli…faccio fatica a far comprendere loro quanto è importante saper rinunciare….ma pè un a battaglia persa…perchè (e qui generalizzo) la gioventu’ d’oggi…salvo le rare eccezioni che ci saranno senz’altro…vive in greggi e mandrie….senza idee ..senza personalità…e adesso ne dico una grossa…il servizio di leva serviva eccome….non lo reputo sia mai stato un anno perso… serviva a tranciare di colpo quel cordone ombelicale e ad uscire dal guscio ovattato della famiglia….e ci si doveva arrangiare….(attendo strali per questa affermazione da parte dei piu…..ma come dicevo prima tutto è opinabile…e io opino…:)…

    * mi scuso per la scrittura (dislessica)…ma uso una specie di tastiera qwerty che alla mia età non dovrei nemmeno conoscere…..chiedo venia

  8. “To generalize is to be an idiot” sentenziava Blake… Non amo le generalizzazioni sommarie perché semplificano, impoveriscono e distorcono la realtà. Probabilmente sono più “giovane” di entrambi, ma ho anche io ottimi ricordi di quando – nei primi anni Ottanta del secolo scorso – a 13/14 anni mi alzavo all’alba facendomi un paio di chilometri in bicicletta per andare con altri amici a raccogliere albicocche. Del resto, ho anche ottimi ricordi di quando a vent’anni l’alba la vedevo e vedevamo uscendo da qualche locale notturno, dopo aver peregrinato tutta la notte qua e là lungo la costa…
    Voi portate singoli esempi negativi ai quali se ne possono contrapporre altrettanti di positivi; sfaccendati se ne trovano in tutte le cosiddette generazioni, a meno che non vogliate sostenere che le vostre erano formate solo da santi eroi e martiri del lavoro e della frugalità. Contesto la legittimità della generalizzazione che fate, non i casi singoli che vi indignano e che giustamente vanno stigmatizzati perché non si moltiplichino in eccesso.
    Il tenore minimo di vita cambia nel tempo e con il mutare delle culture: anche leggere un libro a lume di candela è stato e può essere un lusso… Si può discutere su cosa sia o non sia oggi realmente superfluo (il cellulare e il PC – per es. – da status simbol che erano, sono ormai diventati altro…).
    E tuttavia il punto è: chi ha consegnato in eredità alle nuove generazione una società consumistica ed edonistica, nel senso più deteriore del termine, ad oltranza? Chi – ovviamente su questo concordo – non ha saputo trasmettere, dove manca, il significato e “valore” del lavoro e del denaro, o del perseguimento di un sano benessere?
    I problemi ci sono e sono tanti, così come è giusto aspettarsi che “anche” i giovani si assumano le loro responsabilità, diventando parte non passiva ma attiva della loro soluzione, per costruirsi un proprio futuro decente. Ciò che ritengo del tutto assurdo e sbagliato è invece la nuova moda che si sta diffondendo – la intravedo anche nei vostri interventi – di indossare l’aureola, per meglio criminalizzarli mettendoli in caricatura: di certo non è il modo migliore di aiutare i giovani a maturare né di stabilire un costruttivo “dialogo intra-generazionale”, notoriamente mai semplice in nessuna epoca storica, cultura o società.

  9. Grazie ad Infigardo che ha capito il senso del mio pezzo. Non metto in discussione il legittimo diritto di divertirsi e del resto, chi scrive, non ne è stato esente. Quello che ho cercato di spiegare è che ci sono dei momenti nei quali deve prevalere lo stato di responsabilit, che è poi segno di una persona matura. Anch’io, come Infigardo, ho cercato di aiutare dei figli dei miei amici, anche per lavori temporanei, da fare per pochi mesi, aspettando tempi migliori. Ma la risposta è stato no, soprattutto quando si intaccavano gli orari serali o festivi. E quando non si lavora credo che i soldi imprestati dai genitori dovrebbero essere impiegati per fare un giro, anche fuori la propria città, nel vedere se si trova qualche occupazione, mettere annunci, fare telefonate a conoscenti. Ed è per questo che trovo fuori luogo che un giovane, magari mantenuto a casa, stia poi fuori fino alle cinque del mattino a divertirsi. Al suo posto, sinceramente, proverei un pochino di disagio.

  10. ….mi spiace ma concordo con il Dott. Olivero!!
    La nostra generazione a 13 anni andava per i campi a raccogliere pesche e albicocche per tirarsi su qualche soldino per il cinema.
    Sapevi quanti sacrifici facevano i tuoi per darti la paghetta…o per mandarti in gita scolastica…nulla era dovuto…dovevi in qualche modo fare delle rinunce!!…Adesso i giovani hanno tutto e di piu’: il cellulare è un obbligo sociale…non un lusso…il PC idem…cosi’ come altri status simbol che se non ne entri in possesso in giovane età…sei un emarginato!!
    Per fare un favore ad alcuni amici ho “segnalato” ( non me ne faccio una colpa..anzi)..i loro figli ad alcuni imprenditori per degli impieghi che però necessitavano di essere occupati anche il sabato e la domenica sera (retribuzione a partire da 1.400,00 x 6 ore lavorative…..piu’ reperibilità ed eventuali straordinari)…ebbene….i due “pargoli” hanno resistito due settimane….dopodichè hanno abdicato ( uno aveva allenamenti e partite di calcio..l’altra….non riusciva a conciliare l’impiego con quello del proprio fidanzatino…che a sua volta era impiegato in orari diversi e non coincidenti)…Se una colpa abbiamo….è quella di non aver saputo trasmettere il valore dei soldi e la tradizione dei sacrifici che hanno contraddistinto i nostri vecchi nella ricostruzione post bellica…..
    Dicono che c’è crisi….dicono che non si sa come andare avanti….ribadisco cio’ che ho espresso in altra occasione….probabilmente la crisi è un altra cosa…dobbiamo solo insegnare ai nostri pargoli e a noi stessi che è giusto ridimensionare il proprio tenore di vita….a partire dal superfluo…(utopia..lo so…ma è diversamente è come guardare il dito che indica la luna…)..

  11. Caro Willy, stai invecchiando male. Troppo facile e comodo (anche per la coscienza…) versare veleno sui giovani, farne un capro espiatorio dei malesseri che attraversano la società contemporanea. Dimenticando – magari per comodità di invettiva – che tra i ragazzi della movida molti studiano e/o lavorano, né più e né meno dei “vecchietti” d’età o di spirito che amano andare a dormire alla 10, tumulandosi in un silenzio tombale. È forse un delitto o una colpa il desiderio naturale di trasgressione e divertimento tipico dei giovani? E di chi è la responsabilità educativa di trasmettere valori e guidarli a maturare il senso dei limiti affinché questi desideri e pulsioni non si riducano a puro edonismo o trascendano in comportamenti autodistruttivi?
    “Non è chiaro cosa sia successo ai giovani” constatava Ilvo Diamanti qualche settimana fa, “Divenuti, all’improvviso, impopolari. Bersaglio di battute acide e ironiche”, oggi etichettati e denigrati come “bamboccioni”, “sfigati” e quant’altro…
    Non saranno “coloro che formeranno l’Italia del domani”, dici tu. Qualcuno certamente no; per gli altri, difficile pensare che possano fare peggio di quello che hanno ricevuto in eredità. E non so trovare parole migliori di quelle di Diamanti, per “Questi giovani ‘sfigati’. Senza pensione. Per molto tempo, per sempre, faranno un lavoro atipico e precario. Sicuramente non ‘monotono’. E, per pagare il debito pubblico accumulato da decenni, dovranno sopportare grandi sacrifici. Per molto tempo ancora. Forse, il motivo di tanto accanimento è proprio questo. Perché se il mercato del lavoro è chiuso, il debito pubblico devastante, il sistema pensionistico in fallimento, il futuro dei giovani un buco nero, non è per colpa loro, ma delle generazioni precedenti. Dei loro padri e dei loro nonni. Della generazione di Monti, Fornero e Cancellieri. Della ‘mia’ generazione. Forse è per questo che ce la prendiamo tanto con i giovani. Per dimenticare e far dimenticare che è colpa nostra.” (Ilvo Diamanti, “La falsa leggenda dei ragazzi bamboccioni”, La Repubblica 13 febbraio 2012 -http://www.repubblica.it/politica/2012/02/13/news/leggenda_bamboccioni_diamanti-29782504/)

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