di Claudio Almanzi – Il mondo dell’arte è in lutto ad Albenga e nel suo comprensorio per la scomparsa, all’età di 76 anni, dell’artista figurativo Ezio Rossin. Conosciuto da tutti come il “pittore contadino” ha dedicato molti anni e decine di mostre personali a dipingere le bellezze della Liguria ed in particolare dei fiori, della campagna e del suo entroterra. Veneto di origine, nacque a Pressana in provincia di Verona, arrivò ad Albenga a 18 anni e si dedicò all’agricoltura. “La pittura è stata la sua grande passione- dice Adalberto Guzzinati, giornalista e critico d’arte- nei suoi quadri si può ritrovare tutta la bellezza della Liguria, dei tanti luoghi e scorci della Riviera che Rossin ha dipinto con passione ed amore”.

Molto impegnato anche nel sociale fu uno dei sostenitori e fondatori della società sportiva e della parrocchia di San Giorgio, dove per anni collaborò con don Giuseppe Pelle. Fondatore anche del festival dello Zucchino d’oro e della Sagra Du Michettin, ha collaborato alla realizzazione delle importanti strutture esistenti oggi nella frazione albenganese di San Giorgio. Socio molto attivo dell’UCAI (Unione Cattolica Artisti Italiani) è stato protagonista di decine di importanti personali e collettive e per un certo periodo, amando dipingere “en plein air” si è anche messo in luce vincendo concorsi e grandi estemporanee liguri. Suoi quadri sono presenti in importanti collezioni private e pubbliche.

“Nel suo mondo, nei suoi paesaggi – dice lui nel ricordarlo Gerry Delfino, critico ed esperto d’arte- non c’erano mai figure o personaggi, l’ uomo non aveva spazio, così preso a raccontare alberi, prati, colline, ma soprattutto case, case che raccontano il vissuto, la storia, i ricordi. Rossin amava raccontare storie con i colori: col verde, col rosa d’ alba, con l’azzurro velato, storie di terra, di lavoro, di tetti riparati, di possesso, di roba. La visione del paesaggio nelle sue tele è reale perché la quasi totalità dei suoi soggetti sono visti sul posto. Infatti più dell’ottanta per cento del suo lavoro, Ezio, lo ha dipinto dal vivo, in diretta, con l’esperienza dell’alba, o del calare del sole quando tutto “cangia” e voglio proprio ricordarlo ripensando ad una delle sue belle visione di tramonto. Con la luce che lo accompagna verso l’infinito lo saluto con grande affetto”.