di Alfredo Sgarlato(“La fuga” di Delmer Daves: venerdì 11 maggio, ore 12,20 su Raimovie)Si definisce “camera soggettiva” la tecnica di regia grazie alla quale una scena viene mostrata dal punto di vista del protagonista e non del pubblico o del narratore onnisciente. È molto usata negli horror e nei thriller, per mostrare un delitto come lo vede l’assassino, che lo spettatore non deve scoprire.

Il miglior uso della soggettiva lo abbiamo in “La fuga” (“Dark passage”1947), bellissimo noir di Delmer Daves. Un uomo fugge accusato di un delitto di cui si dice innocente. Nei primi venti minuti di film vediamo la storia con i suoi occhi, dopodichè si sottopone a plastica facciale e per altri venti lo vediamo agire a volto bendato. Solo a metà film scopriamo che si tratta di Humphrey Bogart. Ovviamente, poiché siamo in un film e il cinema è più bello della vita, incontra subito una bellissima ragazza che crede nella sua innocenza (Lauren Bacall, con cui faceva coppia anche nella vita).

Aldilà della trovata registica “La fuga” è uno dei vertici del cinema noir nel suo periodo migliore, un film dalla suspence formidabile, e solo un attore del carisma di Bogart poteva accettare un ruolo simile. Chi ama il cinema, e il noir in particolare, dovrebbe conoscere questo film a memoria, ma poiché la vita è più brutta del cinema scommetto che pochi l’hanno visto.

* Il film della settimana in tv – rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato