di Fabrizio Pinna – “La cultura non si uccide con le bombe… ci vuole ben altro!”, “La speranza si chiama Noi”. Nel giorno degli accorati funerali a Mesagne di Melissa Bassi uccisa sabato nell’attentato all’istituto Morvillo-Falcone di Brindisi, è questo il messaggio che studenti e giovani anche ad Albenga hanno voluto manifestare, sfilando oggi nel tardo pomeriggio in corteo per le vie della città.

In un abbraccio ideale  stretto a oltre un migliaio di chilometri dalla Puglia, con il pensiero rivolto a Melissa, commozione e rabbia nel corteo silenzioso che ha voluto consegnare le parole al rito simbolico, agli striscioni e alle magliette con gli slogan indossate da molti manifestanti, non solo albenganesi. Ma anche, oggi espresso in questo gesto di comune “solidarietà generazionale”, il desiderio forte dei ragazzi di non volersi arrendere alla lucida follia della violenza e a nessuna forma – da qualunque parte provenga – di strategia del terrore che solo si trasforma, come è avvenuto sabato, in brutale e cieca barbarie.

In segno di vicinanza della città ai giovani e agli studenti, alla manifestazione hanno partecipato il sindaco Rosy Guarnieri ed esponenti della maggioranza e minoranza consigliare; in rappresentanza della Provincia di Savona, presente anche il vice presidente del Consiglio Gianfranco Sasso. Dopo il corteo, le voci dei ragazzi sono poi ritornate a incontrarsi sui social network e nella pagina Facebook dedicata all’evento. «Vorrei dire due parole, in conclusione di questa giornata, faticosissima ma bellissima» si legge in uno degli ultimi messaggi postati da Veronica Marco, la studentessa del Liceo Scientifico Giordano Bruno che ha promosso la manifestazione: «Per l’ennesima volta dico grazie a Voi. Voi che avete camminato con me, in silenzio, per le vie d’Albenga. Abbiamo dimostrato che Noi, noi ragazzi, ci siamo. E ci facciamo sentire, se vogliamo, pur non parlando […]»…

* Fotogallery a cura di Claudio Almanzi

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