di Alfredo Sgarlato – Retromania. “Hauntology”. Nostalgia per epoche che non abbiamo mai vissuto. Ne abbiamo parlato a proposito della musica, ma anche il cinema ne è posseduto. Prendiamo i tre film più interessanti della scorsa stagione: “Super 8”, “Drive” e “Midnight in Paris”(non necessariamente i più belli, uno l’ho adorato, uno mi è piaciuto e uno è stato una delusione tremenda, indovinate quali sono).

In “Super 8” del genio creatore di “Lost” e “Fringe” J.J. Abrams, un gruppo di ragazzini gira un film horror. Pazienza se girare il film è solo una scusa per intortare una ragazzina e, guarda un po’ come va la vita, mentre si gira il film gli alieni arrivano davvero… “Super 8” è un dichiarato omaggio alla fantascienza ingenua e progressista di Spielberg e Joe Dante, si svolge nel 1979, anno scelto non a caso: dopo inizierà l’era di Reagan e dei suoi patetici epigoni. Nel ’79 potevi ancora sognare che arriveranno gli alieni, che farai un film e che la bella della scuola si innamorerà di te, poi come dice il profetico Moretti in “Palombella Rossa”, sbaglieremo il rigore, la partita sarà persa per sempre e non torneranno più le merendine di una volta.

Con “Drive”, noir di Nicolas Winding Refn, il regista che metà critica ama adorare e metà ama sottovalutare, siamo in pieni anni ’80. In realtà il film si svolge al giorno d’oggi, ma ad essere pienamente anni ’80 è lo stile, perfetto omaggio alle luci, alle musiche, ai silenzi, di Friedkin, Mann, Hill, Schrader, anche se il geometrico Refn abusa meno dei filtri. Una scena cita apertamente “Vivere e morire a Los Angeles” (William Friedkin, 1985). Con un cortocircuito degno del miglior Tarantino un personaggio racconta che negli anni ’80 girava film di genere che facevano schifo ma un critico definiva “europei”.

In “Midnight in Paris” di Woody Allen, uno scrittore in crisi che si veste come Woody Allen (Owen Wilson) visita con la moglie callipigia ma petulante una Parigi da cartolina (splendidamente fotografato dal grandissimo Darius Khondji). Se vivesse nella Parigi degli anni ’20 allora sì che diventerebbe un vero scrittore… Ma quando per magia si ritrova negli anni ’20 scopre che la bellissima che ha incontrato (Marion Cotillard) vorrebbe vivere nella Belle Epoque e che chi ci vive vorrebbe essere nel Rinascimento… Allora capisce che non è il passato ad essere bello, ma il presente ad essere brutto. O magari siamo noi che non sappiamo viverlo.

* il trend dei desideri: rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato