Political Essay – VERITÀ E RILEGITTIMAZIONE DEL SISTEMA

di Franco Astengo – La giornata di ieri, 12 giugno 2012, si è svolta rivelando ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, la totale inadeguatezza di alcuni membri del governo in carica (il Ministro del Lavoro e il Ministro dello Sviluppo Economico andrebbero sottoposti a procedura di sfiducia individuale), la grande confusione creata dalle misure economiche adottate nel corso di questi mesi in relazione al quadro internazionale, la progressiva dispersione dell’anomala maggioranza parlamentare le cui principali forze politiche sono impegnate a fronteggiare il rischio se non di una loro estinzione, almeno di un forte ridimensionamento (con esiti disastrosi sul tenore di vita dei singoli).

La democrazia italiana è a rischio, non tanto per l’assenza di governabilità, ma perché stanno mancando gli elementi basilari di verità e di fiducia all’interno dell’opinione pubblica che ormai si esprime contraddittoriamente su ogni singolo tema, lanciando anch’essa, complessivamente segnali alquanto confusi, neppure previsti – nei suoi diversi settori – di un indirizzo più o meno preciso di natura neo-corporativa (nessuno, insomma, sembra essere in grado di difendere anche i propri interessi più diretti).

Inutile fare esempi, le cronache parlano da sole. In queste condizioni il rischio per la democrazia è alto, in quando la diarchia che ha assunto il comando potrebbe trasformarsi in una sorta di “Consolato” insindacabile (com’è stato già in parte nel corso di questi mesi) approfittando dell’assoluta incredibilità del Parlamento: una situazione che dovrebbe essere affrontata con urgenza, anche in precedenza del vertice europeo, al quale i rappresentanti del nostro Paese dovrebbero partecipare muniti di un qualche mandato scaturito dalla volontà popolare e non semplicemente della credibilità soggettiva di un qualunque barone universitario.

Mi permetto, allora, di riproporre tre punti orientati proprio alla ricerca della verità e della rilegittimazione dell’intero sistema:

1)E’ proprio necessario dire la verità agli italiani su come si è formato il debito, perché i rapporti economici all’interno dell’EU si sono sviluppati in un certo modo, di chi è la responsabilità di essere arrivati a questo punto (non certo dei precari, degli esodati, dei metalmeccanici, dei pensionati, ecc.). Serve una commissione internazionale neutra che esamini le carte vere ed esprima una valutazione seria, incaricando un Premio Nobel come Paul Krugman di questo compito. Serve la verità, insomma, la più cruda possibile per davvero: le italiane e gli italiani debbono sapere chi li ha condotti in questo baratro e l’attuale governo, nei suoi componenti, è stato eccessivamente coinvolto, nel recentissimo passato, all’interno delle direzioni strategiche di quelle banche che sicuramente possono essere considerate le principali indiziate;

2)Servono al più presto le elezioni politiche generali per compiere un’altra fondamentale operazione di verità: quella sulla credibilità effettiva di questa classe politica, nel suo complesso. Deve essere riconosciuto che il Presidente della Repubblica, all’atto del sacrosanto allontanamento del precedente governo, ha compiuto una forzatura sul piano costituzionale senza spiegare esaurientemente le ragioni di quel gesto (vedi punto 1) alle cittadine e ai cittadini di questo paese;

3)Le elezioni politiche generali vanno svolte con il sistema proporzionale, recuperando davvero – come ci è capitato già di scrivere – lo spirito Costituente del 1946. Arrivare al sistema proporzionale, sulla base della legge attualmente in vigore, è molto semplice: basta seguire le linee del mancato referendum Passigli, per il quale il PD diede l’ordine di non raccogliere le firme per favorire il referendum Parisi, poi bocciato dalla Corte Costituzionale. Le Camere, compiendo un atto di questo genere, nobiliterebbero così la loro necessaria eutanasia;

4)Ripeto quanto già scritto in questi giorni: la normalizzazione (minima) del sistema passa attraverso la partecipazione al voto, con il sistema proporzionale, dei due soggetti rappresentanti della cosiddetta antipolitica che hanno compiuto un’opera demolitoria del sistema che pure era necessaria (ed anche facile da compiere): il governo attraverso una lista capeggiata dallo stesso Presidente del Consiglio che non può esimersi da questo semplice atto di riconoscimento democratico; il movimento 5 Stelle con una lista capeggiata dal suo guru di riferimento, che non può continuare a nascondersi giocando come il gatto con un topo già abbondantemente in trappola;

5)I pochi punti sopraesposti valgono come imperativi morali e non verranno, giustamente, tenuti in nessun conto da alcuno. Mi permetto però di rivolgermi ai responsabili politici delle forze di sinistra attualmente fuori dal Parlamento e ai Sindacati, in particolare alla CGIL. Potrebbe rappresentare un atto importante la stesura di un documento comune sulla crisi e sulle sue modalità di affrontamento immediato e un passo successivo, aperto e solenne, di richiesta di incontro al Presidente della Repubblica per avanzare alcune precise richieste di verità e di rilegittimazione del sistema, facendo presente al Capo dello Stato anche quelle che sono state e sono le sue precise responsabilità costituzionali. Quel documento potrebbe rappresentare la base per un’idea unitaria di partecipazione alle elezioni, quando ci saranno, fuori dal pasticcio di alleanze improprie con l’idea di fondo di recuperare il ruolo della sinistra in Parlamento, in rappresentanza diretta e immediata di un mondo del lavoro mai così maltrattato nel nostro Paese nel corso della sua storia più recente.

* Franco Astengo – Savona, politologo