[fp] – L’altalena della crisi continua a deprimere l’economia savonese e non ci sono segnali di possibili inversioni di trend nella seconda parte dell’anno. Anzi: l’altalena della crisi, in questa prima parte del 2012, ha addirittura ampliato le sue oscillazioni, nel senso che il numero delle imprese è scivolato ancora più in basso (-1,5% il calo a fine marzo nei confronti del dicembre del 2010) mentre alla stessa data il numero delle persone in cerca di occupazione nel Savonese è salito a quota 22.700, oltre 4 mila in più rispetto alla fine del 2010.
Questo il negativo quadro d’insieme che emerge dal rapporto “L’economia della Liguria”, curato dalla sede di Genova della Banca d’Italia, presentato qualche giorno fa a Palazzo Lamba Doria. «La provincia di Savona e l’insieme della sua economia – ha comunque sottolineato il presidente savonese della Camera di Commercio Luciano Pasquale – possono tuttavia contare su forti ancoraggi e su una non comune capacità di reazione. La Camera di Commercio è impegnata a sostenere il sistema economico locale. Nei giorni scorsi abbiamo deciso di riportare all’originario importo di 1,3 milioni di euro il plafond, nel frattempo consumato, da destinare ai confidi per controgarantire l’accesso al credito delle imprese. E sono aperti dei bandi importanti, che assegnano contributi alle imprese che fanno rete, ai giovani imprenditori, a chi punta ad andare sui mercati internazionali. Nell’emergenza che ci troviamo ad affrontare – ha concluso il presidente della Camera di Commercio – è necessario fare tutto quello che si può per rivitalizzare l’economia e riprendere ad avere fiducia: c’è solo da lavorare, da lavorare tantissimo».
Il Rapporto Liguria della Banca d’Italia è stato illustrato nei dettagli dal responsabile dell’Ufficio Analisi e Ricerca Economica e Territoriale della sede di Genova, Alessandro Fabbrini. Un report caratterizzato dall’emergere, nella seconda parte del 2011, di forti tensioni sui mercati, con la necessità di ripetute correzioni di finanza pubblica. A queste difficoltà si sono sommati il peggioramento del clima economico. Il rallentamento dell’attività produttiva e la revisione al ribasso delle previsioni sull’economia. «E la Liguria – ha osservato Fabbrini – ha subito avvertito la frenata, con impatti negativi su ordini, produzione e fatturato del settore industriale. È proseguita la fase di debolezza del comparto delle costruzioni, è leggermente diminuita l’attività nei porti mentre il settore commerciale ha registrato un calo nelle vendite di beni durevoli. Solo il turismo ha mantenuto le posizioni, beneficiando di un incremento delle giornate di soggiorno della clientela, in particolare di provenienza estera».
Tra poco arriverà il momento di aderire anche noi al famigerato euro-mostro del MES (e con esso di firmare un bell’assegno per il fondo che per l’Italia ammonta a 125 miliardi di €…:-)…nonostante i problemi in ogni settore del paese quando si parla di finanza e lobby i soldi escono sempre…In sanità non si trovano 8 miliardi per assicurare il diritto costituzionale ai cittadini ma per questo fondo si…
L’articolo è interessantisssimo e spiega molte cposette che i politicotti di campagna che stanno a Roma ignorano e neppure si interessano di conoscere. QUando capiranno che la politica nazionale sarà estromessa delle decisioni sarà troppo tardi.
Allora, come lo spiegheranno al popolo che ci hanno venduto per quattro lenticchie e per una crisi FINTA E CREATA AD ARTE dalla SPECTRE?
——————(grazie Editore)
http://www.ilvostro.it/economia-e-lavoro/esm-lultima-creatura-mostro-delleurocrazia-finanziaria-2/35550/
“Dal canto suo Merkel avvisa che se i vicini Paesi europei sono in crisi, anche la Germania risentirà dei problemi. «E’ nostro interesse che tutti abbiano un positivo sviluppo economico, altrimenti non potremo mantenere la nostra prosperità»
recensiione stampa di oggi, relativo allì’incontro con il professore.
Frau Stasi, praticamente ci (si) dice che se PIIGS falliscono e le economie si smungono troppo, la grassa, rosea, untuosa terra dei Strurmtruppen non avrebbe più nulla d amungere e la loro opulenza dovrebbe cessare, visto che vivono speculandosulle economie dei poveri paesi mediterranei.
In qualche occasione mi rammarico che a tempoi debito quei barbari dei loro avi e tutt ele generazioni a venire per 300 anni non siano state INTERDETTE da ogni contesto internazionale (come UE, ONU, etc.) per evitare che possano nuocere al prossimo. ..(dopo 2 guerre mondiali…!)