di Alfredo Sgarlato – All’inizio degli anni ’70 ci fu in Italia un fiorire di bands che si rifacevano al progressive rock inglese di gruppi come King Crimnson e Genesis. PFM e Banco del Mutuo Soccorso sono i più noti, ma centinaia di esponenti del genere calcarono i palchi di tutta Italia e sopratutto della Liguria. I Trip furono tra i primi ad imporsi, quindi vennero Museo Rosembach, Garibaldy, Delirium, Duello Madre, Osage Tribe, Picchio dal Pozzo, La Corte dei Miracoli (con Riccardo Zegna), Il Giro Strano, etc… Gruppi che dividono molto critica e fans: chi lo trova eccessivamente pretenziosi e ingenui, che li considera la più genuina e originale espressione del rock italiano (c’è del vero in ambedue le tesi).

I Trip in realtà nascono in Inghilterra, su iniziativa del bassista Wegg Andersen; anche valido cuoco, nella prima formazione c’è un promettente chitarrista, tale Ritchie Blackmore, che preferisce però accettare l’offerta dei Deep Purple, un gruppo che aveva già avuto un singolo di successo. Wegg arriva in Italia e si unisce a due formidabili solisti, il tastierista Joe Vescovi (poi collaboratore di Mia Martini, Tozzi, Zucchero, Dik Dik) e il batterista Pino Sinnone, poi sostituito da Furio Chirico, che poi suonerà coi grandi Arti e mestieri. La loro sala prove è in una villa a Cisano e la leggenda narra che vi abbiano ospitato i Genesis durante il primo tour italiano. Il loro secondo disco “Caronte” è considerato tra i capisaldi del genere.

Da buon gruppo italiano i Trip sono anche protagonisti di un film musicale (o “musicarello”, in gergo) “Terzo canale avventura a Montecarlo”, all’epoca fantascienza, con cameo di New Trolls, Ricchi e Poveri e Mal dei Primitives come principe azzurro a cavallo, finto perché il cantore di Furia cavallo del West non sa cavalcare. Nel film Wegg diventa Smith giacché secondo il produttore Andersen fa poco inglese.

Poco tempo fa Wegg, che era rimasto molto legato alla nostra terra, ci ha lasciati e i Trip gli renderanno omaggio sabato sera ad Alassio a Parco San Rocco. Accanto a Vescovi e Chirico si esibiranno col gruppo Pino Sinnone, i nuovi adepti Fabri Kiareli e Angelo Perini e ospite eccezionale Silvana Aliotta, cantante dei Circus 2000, altra leggendaria band del filone.

Come gruppi spalla suoneranno Il Cerchio d’oro, gruppo savonese guidato dal tastierista Franco Piccolini, autori di un 45 giri negli anni ’70, che oggi si sono riformati ed hanno inciso l’album “Il viaggio di Colombo”, buon disco con influenze di Pink Floyd e Orme, e i Flower Flesh, giovane gruppo che accanto agli stilemi del progressive mostra l’influenza dei Doors e delle più arcane band degli anni ’80 come Japan, Magazine e Dead Can Dance, al lavoro su un secondo disco dopo il valido “Duck in the box.

* il trend dei desideri: rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato