Political Essay – UNA RIFLESSIONE SULLA LEGGE ELETTORALE

di Franco Astengo – Anche se tutto appare rinviato a Settembre e probabilmente il traguardo sarà tagliato in fine di legislatura, i grandi giochi sulla modifica della legge elettorale appaiono in pieno svolgimento, anche a causa dei reiterati solleciti avanzati dal Presidente della Repubblica (il quale pare aver dimenticato, tra l’altro, quel concetto di “democrazia progressiva” di cui pure aveva sentito parlare nel periodo in cui frequentava stanze all’interno delle quali svolgeva la mansione di funzionario di partito – partii raboci si definiva in quella “langue russe” abituale al segretario del partito di cui faceva parte allora lo stesso Presidente della Repubblica adesso inspiegabilmente acconciatosi alla realtà di quella che è stata felicemente definita come “democrazia regressiva”) e dalla –forse – acquisita consapevolezza del rischio di presentare, alla prossima scadenza, un meccanismo ormai rifiutato seccamente da buona parte dell’elettorato, all’interno del quale l’opinione pubblico ha individuato almeno due elementi di macroscopica contraddizione: un premio di maggioranza assolutamente esagerato e le liste bloccate.

Pare anche dimenticato, però, il tema del finanziamento pubblico ai partiti: senza una rilevante modifica di quest’ aspetto, molto delicato, del rapporto tra “ceto politico” e cittadini, lo spazio per una campagna elettorale all’insegna proprio della cosiddetta “antipolitica, intesa quale vero “oggetto del contendere” sarà enorme.

Chi ne approfitterà maggiormente, tra l’astensione (ben oltre il 40%) e il movimento 5 stelle rappresenterà, probabilmente, l’incognita più importante da esplorare.

Intanto, però sulla legge elettorale si discute al solito modo, per così dire “all’italiana”, senza alcuna visione sistemica, prestando attenzione soltanto alle logiche del vantaggio immediato per i presenti in Parlamento facendo capo a una sorta di “partito di cartello”, prefigurando soluzioni che servano, esclusivamente, a disegni politici di cortissimo respiro.

Inoltre si contrappongono tra loro soluzioni tecniche (soglia di sbarramento, collegi uninominali, voto di preferenza) senza che appaia alla ribalta almeno un minimo di riflessione sul piano teorico, al riguardo delle dinamiche politiche di fondo del nostro sistema.

Lo ha ammesso, in una sconsolata e sconsolante intervista al “Corriere della Sera” anche lo stesso prof. D’Alimonte, massimo esperto del meccanismo delle formule elettorali in Italia: tra l’altro ha fatto rilevare che non si conosce neppure il numero dei seggi da assegnare e questo, in ragione di una scelta di sistema che deve garantire (al di là di pesi e contrappesi) rappresentatività politica e territoriale, tener conto della realtà di articolazione concretamente possibile del sistema politico e governabilità la dice lunga sulla capacità di affrontamento del tema da parte degli esponenti dei gruppi parlamentari che se ne stanno occupando, almeno a parole: tra l’altro si legge di ibridazioni davvero ardite, tra uninominale d’Hondt, tra premi di maggioranza calcolati a percentuale variabile da assegnarsi addirittura ai primi due partiti.

Insomma: un guazzabuglio non solo difficile da interpretare, ma pressoché incredibile nelle sue possibili dinamiche.

La sinistra, attualmente extraparlamentare (con il serio rischio di rimanere ancora in questa non positiva condizione) appare afona e attonita: da quella sponda non pare venire alcuna riflessione di fondo, ma soltanto un dibattito molto limitato al perimetro delle alleanze e al discorso delle primarie: due temi già superati , probabilmente, nei fatti.

Inoltre deve essere considerato che qualsivoglia strumento tecnico si intenda adottare sul terreno elettorale, questo non sarà mai salvifico di una situazione di difficoltà che si è creata, oggettivamente, all’interno del sistema e nel rapporto con la società: la crisi verticale del soggetto “partito”, il negativo prevalere della personalizzazione, ad esempio, costituiscono elementi non affrontabili semplicemente attraverso una tecnica di tipo elettorale, che pure riveste la sua importanza, ma con una profonda riforma del sistema e l’affermazione di elementi ben diversi da quelli correnti nell’attualità sul piano della cultura politica.

Un esempio: sicuramente il sistema italiano presenta elementi di fortissima frammentazione sul piano parlamentare.

Una frammentazione creata, in origine, proprio da quel sistema maggioritario che era stato indicato, a suo tempo, come soluzione del male del pluripartitismo centripeto che aveva contrassegnato la vita del Parlamento italiano tra il 1946 e il 1992.

In realtà il male non era derivante dal numero dei partiti (circa otto in media, quindi neppure eccessivo), ma dal blocco del sistema che rappresentava, appunto, un fatto pienamente politico, indipendente dal meccanismo della formula elettorale, che pure aveva garantito stabilità (non bisogna, per quel che riguarda quel periodo, andare a vedere la formazione dei governi, bensì verificare il mutamento delle formule di maggioranza: un mutamento molto ridotto, con la DC sempre al centro del sistema per oltre quarant’anni).

È necessario, per discutere seriamente di questo argomento, compiere allora una prima scelta di fondo: si privilegia la repubblica parlamentare e di conseguenza la rappresentatività politica dei partiti oppure si preferisce far prevalere il concetto di personalizzazione accompagnato dalla priorità al riguardo della ricerca della governabilità, intesa quale fattore esaustivo dell’agire politico?

Se la risposta all’interrogativo appena posto è affermativa, allora è il sistema proporzionale quello da scegliere con convinzione, collocandoci al di là delle possibili convenienze di fase. È ovvio il sistema proporzionale può essere declinato in molti modi, compreso l’attuale previsto dalla legge elettorale vigente.

Allora serve accompagnare la proposta di un sistema elettorale proporzionale con alcune altre scelte di fondo: la prima, legata alla natura parlamentare della nostra repubblica, riguarda la formazione di eventuali alleanze di governo all’interno del Parlamento eletto e non in precedenza nel corso della campagna elettorale (le coalizioni preventivamente costruite non hanno rappresentato, all’interno del sistema politico italiano per le vicende che ne hanno contrassegnato la storia degli ultimi decenni, un dato positivo: un’idea da abbandonare del tutto); la seconda legata alla necessità di combattere la personalizzazione della politica, di cui fa parte anche il collegio uninominale (con il rischio di produrre un devastante meccanismo di “primarie di collegio” che snaturerebbero la funzione di richiamo all’organicità dei soggetti politici insita nel concetto di sistema elettorale proporzionale) è riferita all’espressione di una preferenza all’interno di un suffragio di lista.

Esiste un’ulteriore ragione a sinistra per fare del sistema elettorale proporzionale uno dei punto di riferimento dell’iniziativa politica rinunciando all’ipotesi presidenzialistico-maggioritaria adottata, assieme all’idea movimentista, dal PRC fin da pochi anni dopo l’affrettata formazione dei partito e adesso trasferita anche in Sel.

L’idea presidenzialistico-maggioritaria ha causato guasti gravissimi, soprattutto sul piano della capacità di espressione di cultura politica da parte di entrambe le formazioni.

In una fase di prevedibile riallineamento complessivo del sistema dei partiti il rifermento al sistema elettorale proporzionale può produrre, positivamente, la ricerca di un profilo più netto sul piano dell’identità, evitando confusioni con alleanze spurie e inopinate magari con soggetti di tipo giustizialista, genericamente movimentista, fautori di esercizio del potere in mera chiave localistica oppure espressione di una idea apparentemente “alternativa” sul piano economico (magari tenendo assieme crescita e decrescita: come se si trattasse di dati determinabili a tavolino) saltando però a piè pari il terreno del conflitto sociale e della, persistente come non mai in questa crisi, differenziazione di classe.

Mi fermo a questo punto: a sinistra sarebbe bene sviluppare un vero e proprio movimento di “proposta” legato al tema del sistema elettorale proporzionale che era stato raccolto, a mio giudizio, positivamente nella proposta di modifica dell’attuale legge presentata a suo tempo dal senatore Passigli e poi stoppata a favore di quella legata allo schema uninominale, bocciata dalla Corte Costituzionale.

Soprattutto, però, sarebbe bene cercare di ragionare con competenza e mentalità “sistemica”, senza farsi prendere dall’affanno dell’oggi: se pensiamo che, probabilmente, voteremo nel Marzo del 2013 usando il terzo sistema in meno di vent’anni abbiamo l’idea della precarietà della nostra democrazia, che, infatti, le statistiche di “Freedom house” colloca ben all’indietro nella graduatoria degli stati Occidentali.

* Franco Astengo – Savona, politologo

8 Commenti

  1. La legge elettorale è certamente una innegabile necessità per arrivare al 2013 e ottenere una maggioranmza DEGNA DELL’ESPRESSIONE POPOLARE ma… in qualsiasi modo state certi che si farà ugualment epiazza pulita di questi qui che stanno portando il Pese al disastro, legge elettorale vecchia o nuova il dissenso è talmente ampio che nulla potrà essere impedito al flagello elettorale. Ma i problemi maggiori , purtroppo, prima di arrivare alla scadenza elettorale saranno già arrivati alle estreme conseguenze. Ieri è stato approvato lo scellerato decreto che ratifica l’adesione al famigerato MES e con esso la contestuale SOTTOMISSIONE alle regole del nuovo gioco del Monopoli che i lobbysti finanziari potrebbero chiamare SPECTROPOLI.. In pratica le nuove regole sono che i paesi che avranno bisogno dell’intervento del MES (al quale ricordo l’Italia deve corripsondere la bellezza di 125 miliardi di €..mentre il popolo agonizza…) si troveranno nelle condizioni di una specie di amministrazione controllata e le decisioni in materia fiscale e le manovre da adottarsi dovranno SEMPRE essere quantomeno approvate dagli “illuminati” di Bruxelles, ESAUTORANDO il poter epolitico e il governo nazionale. In pratica la SOVRANITA’ NAZIONALE.
    Forse, purtroppo, credo che toccherà alla Spagna la quale aspetta con ansia i 100 miliardi di € per salvar eil paese dall’ecatombe e non credo che si formalizzeranno troppo nel cedere volentieri la loro SOVRANITA’ NAZIONALE nelle mani viscide e rosee dei lobbisti finanziari.
    A chi toccherà dopo?…. MAH…Portogallo o Italia. I bookmakers potranno lucrare anche su questa scommessa…

    Cosi’ come la Lega Nord si stà ponendo giustamente CONTRO il fiscal compact e il MES dalla maggioranza di cartello ABC, dal PDL due sono le voci ISOLATE che si sono levate in antitesi con il loro gruppo e hanno VOTATO CONTRO!!!
    sONO Crosetto e Martino.
    IIl link del loro intervento in Aula:
    http://juanm.altervista.org/blog/2012/07/19/crosetto-e-martino-contro-il-fiscal-compact/

    Il presidente dei deputati della Lega Nord, Gianpaolo Dozzo, dichiara la contrarietà del suo gruppo parlamentare riguardo all’adozione del Fiscal compact e del Meccanismo europeo di stabilità:

    ”Oggi, nel silenzio generale, è cambiato l’articolo 1 della nostra Costituzione ma nessuno lo dice: la sovranita’ non appartiene piu’ al popolo, ma alla burocrazia europea, che per giunta la esercita nelle forme e nei limiti che essa stessa decide. Monti e la sua maggioranza hanno impegnato il nostro Paese su vincoli che sarebbe già difficile rispettare in una fase di crescita economica, figuriamoci in una situazione di crisi e recessione come quella che stiamo attraversando. Quando non riusciremo ad onorare questo nostro impegno non potremo piu’ tirarci indietro ma dovremo consegnare le chiavi di casa nostra alle varie autorità europee. Quello che piu’ mi lascia basito e’ che proprio l’anno scorso con tanta enfasi tutti, non noi, hanno voluto festeggiare la ricorrenza dell’Unita’ d’Italia e oggi l’hanno svenduta a Stati stranieri, senza che i tanti e illustri costituzionalisti del nostro paese, sempre ligi e attenti a vedere le pagliuzze, non abbiano visto questa trave”.
    NON CI SONO PAROLE PER RINGRAZIARE QUESTO PARLAMENTARE PER QUANTO HA AVUTO IL CORAGGIO DI DICHIARARE NELL’IMBARAZZANTE E GRAVE SILENZIO GENERALE DEI MEDIA E DEI POLITICANTI DI CARTELLO (eccetto Crosetto e Martino)….

  2. Duole dover ammettere che L’UNICO PARTITO/MOVIMENTO che si stà ponendo AVVERSO e CONTRARIO al piano di assogettamento delle nazioni alla volontà della BCE e dell’oligarchia dei banchieri comandati dal BILERBERG E’ QUELLO DELLA LEGA NORD.
    Lo dice uno come me che non è leghista e non lo è mai stato.
    Ovviamente i partiti di cartello ABC non ci pensano neppure a dichiararle certe cose come la deleg ain bianco che hanno consegnato ai governanti al popolo figuriamoci se potevano mettersi contro… non ci pensa neppure IDV e nemmeno il M5S (mai letto nei blogo o mai sentitodichiarar enulla in tal senso, contro il MES o contro la cessione della SOVRANITA’ NAZIONALE). NIENTE.
    TUTTI ZITTI, MEDIA ONLINE E CARTA STAMPATA…NESSUNO ECCETTO QUALCHE SITO ALTERNATIVO SEMI-SCONOSCIUTO DI INFORMAZIONE..COME stampalibera.con o nocensura.com o pochi altri…
    UNA VERA CONGIURA AI DANNIO DEL POPOLO SOVRANO.
    PERTANTO, IN QUESTO CASO: BRAVI LEGHISTI!!!!! SENZA PELI SULLA LINGUA. (quantomeno…diffondente tra la popolazione e informate della battaglia che state sostenendo da soli…!!!!!)

    UN PO DI INFORMAZIONE NON CONVENZIONALE (SENNO’ CHE GIUSTIZIERE SAREI…:-):
    Come immaginavo: (dal sito di http://www.stampalibera.com)
    ” MES, dittatura economica, secondo il governatore Chiodi, ma domani verrà approvato alla Camera! Domani, 19 luglio 2012, la Camera approverà il MES, Meccanismo Europeo di Stabilità.
    Marco, di “Lo sai Pescara”, ha chiesto al Governatore della Regione Abruzzo se sapesse cosa fosse il MES. Ascoltate la limpida risposta:
    http://lalternativaitalia.blogspot.it/2012/07/mes-dittatura-economica-lo-dice-il.html
    Stiamo per entrare in una dittatura economica mentre i telegiornali ci parlano del bikini della Minetti.
    Per sapere con precisione cosa sia il MES (ALTRO SITO DI INFORMAZIONE “ALTERNATIVA..):

    http://lalternativaitalia.blogspot.it/2012/02/monti-sta-per-firmare-un-trattato.html

    Vi invitiamo a divulgare questa notizia prima che sia troppo tardi, grazie.
    Qua invece la lista dei senatori che hano votato per il MES, commissione presieduta dalla bilderberger Bonino, da dove si capisce che gli unici senatori che hanno votato contro sono i senatori della Lega, tranne Lannutti di IDV.:

    http://nobigbanks.it/2012/07/13/mes-al-senato-ecco-la-lista-dei-responsabili/

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    VOGLIA ESSERE INDULGENTE L’EDITORE PER I LINK INSERITI, MA SI TRATTA DI INFORMAZIONE CHE NON FILTRA ATTRAVERSO I CANALI DI INFORMAZIONE TRADIZIONALI, VISTA LA “PERICOLOSITA’” DELL’ARGOMENTO E RITENGO CHE OCCORRA DARE LA MASSIMA DIFFUSIONE ALLA COSA PER SOLECITARE IL POPOLO SU QUESTA GRAVE DECISIONE.
    GRAZIE ANCORA E BUONA LETTURA A TUTTI….

  3. Detto fatto caro amico grazie per gli http dei quali non ero proprio a conoscenza. Condivido anche il resto che hai affermato. Noi siamo nati dal popolo e vogliamo solo il bene della gente onesta e lavoratrice. I ricconi non fanno per noi, difendiamo solo quelli che creano posti di lavoro per tutti. Ciao.

  4. Forse hai ragione.
    Il movimento ha commesso errori di fondo strategici nell’appoggiare chi credeva potesse offrire le riforme promesse. Tale e tant aera la voglia di successo in tal senso che scelse un alleato che tutto poteva essere ma NON un compagno dfi viaggio con cui condividere gli ideali della Lega. Questo oggi è ancor ail prezzo d apagare per quell’errore di frettolosità.
    Sembrerà un paradosso ma la Lega potrebbe essere più compatibile con IdV piuttosto che con la borghesia di lobby del centro destra. C’è solo la faccenda dell’Unità Nazionale di mezzo e poi tutto il resto potrebbe essere condiviso….
    Chissà…
    Invece se ti interessa leggere anche i comunisti (quelli veri) sul disastro che stann combinando con la finanza creativa e virtuale per bassi scopi di lobby, vedi un po qui:

    http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=15993

    Lo sai che non sono comunista ma da quella parte (sinistra radicale) sono almeno 20 che provengono messaggi e saggie anticipazioni di quello che poi oggi stà reralmente accadendo. Li prendevamo in giro etichettandoli come “fuori dal mondo ” e invece….!
    Ah… se ti interessa leggerti invece un intervneto di un senatore leghista che ho apprezzato come il migliore sentito fin’ora sul tema della svendita del Paese alla BCE, ti rinvio a questo link di ALbeng aCorsara ove ho riportato in stralcio tutto lo stenografato di questo senatore leghista, avvocato, perchè degno della migliore considerazione e di ringraziamento per quello che ha detto in difesa del popolo:
    http://albengacorsara.it/2012/07/07/political-essay-arroganza-corporativismo-incompetenza-il-paese-in-ginocchio/

    Ciao.

  5. @ Bravo Giustiziere della Notte, sta succedendo la stessa storia come con la Lega Nord leggi e quant’altro è stato possibile per demolirla. Non ci sono riusciti, nè ci riusciranno mai. Adesso tocca al movimento di Grillo

  6. La sovranità ormai è fritta. La crisi finta impera ma.. ora anche i lobbisti mezzemaniche si accorgono che forse la porcheria che hanno fatto fare agli istituti di rating (privati e afflitti da imbarazzanti ocnflitti di interesse) provicando la finta crisi con i declassamenti strumentali è stata eccessiva. Queste compagini di killer finanziari al soldo della SPECTRE (se piace del Bilderberg ) ormai sono nel mirino pure della Procura di Trani… e la gente inizia a capire che LA CRISI E’ VIRTUALE E NON ESISTE. ESISTE LA CRISI IN AFRICA DOVE LA GENTE MUORE DI FAME E DI STENTI MA IL SISTEMA FARLOCCO CHE HANNO MESSO IN PIEDI LASCIANDO CHE LE LEVE DI POTER EFINISSERO IN MANO A QUESTI ORGANISMI CHE STANNO ABBATTENDO TUTTO IL MONDO0 PRODUTTIVO REALE , STA’ DIVENTANDO PERICOLOSO.
    Il patto suicida del MES:
    http://www.stampalibera.com/?p=49136
    AG. RATING:
    http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=30109&typeb=0&Moody-s-la-volpe-a-guardia-del-pollaio
    http://www.articolo21.org/2012/07/moodys-la-volpe-a-guardia-del-pollaio/

  7. ..E mentre i media di regime tengono le nostre menti occupate con la diatriba dei matrimoni gay, il gossip, il calcio scommesse, e altri argomenti, entro luglio l’Italia dovrà PAGARE 125 MILIARDI DI EURO per il MES approvato in silenzio dal cartello ABC senza far troppo rumore e NON Ninformando il POPOLO SOVRANO sulla SVENDITA DELLA SOVRANITA’ NAZIONALE.
    ORMAI è FATTA…

  8. ..Certo che se si danno tutto questo affanno per cambiar ele regole in corsa, in una gara dove chi deciderà sulle regole nuove neppure è legittimato dal popolo, vuol dire che il M5S fa davvero paura…I maligni dicino pure che stanno taroccando anche i sondaggi sul M5S perchè troppo destabilizzanti…:-)

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