di Alfredo Sgarlato (“Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri, giovedì 9 agosto ore 21,10 LA7) Alcuni registi italiani sono stati stranieri in patria. È il caso di Elio Petri (Roma 1929-1982), uomo decisamente di sinistra ma critico verso il PCI. Molti suoi film sono stati a lungo ostracizzati dalle televisioni, e fino a non molto tempo fa era molto difficile vedere un loro passaggio. È il caso di “Todo Modo”(1976), in cui i personaggi alludono a Moro o Andreotti, o questo “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”(1970, Premio speciale della giuria a Cannes e Oscar come miglior film straniero), in cui il protagonista allude chiaramente al Commissario Calabresi. I

n entrambi i film, come in altri di Petri, tutto si regge sull’incredibile interpretazione di Gian Maria Volontè, attore mimetico quant’altri mai, mentre gli altri grandi della sua generazione, Sordi, Gassman, Mastroianni, spesso furono ingabbiati in personaggi ripetitivi. Il cinema di Petri è diseguale, spesso eccessivo e urlato e troppo affidato al talento degli attori (qui accanto a Volontè Florinda Bolkan al culmine del suo fascino). Però i suoi film sono da riscoprire, anche quelli considerati a torto minori, come “La decima vittima”(1965), in cui lo humour di Sheckley, il grande scrittore di fantascienza autore del soggetto, e quello dello sceneggiatore Flaiano si fondono perfettamente.

* Il film della settimana in tv – rubrica Corsara di Alfredo Sgarlato