di Alfredo Sgarlato – Silvia Calcagno è una giovane artista e gallerista di Albissola che ha inaugurato ieri la sua personale “Nero Sensibile” presso gli spazi espositivi del Circolo Culturale Eleutheros, l’ex studio di Lucio Fontana a Pozzo Garitta e in Via Colombo 23. La mostra si struttura in due parti  e consta di una serie di immagini in piccolo formato, in bianco e nero, che raffigurano una donna colta in un gesto quotidiano, riprodotto con minime variazioni.

Silvia si inserisce in una forte tradizione di personalità femminili tormentate: i nomi di Francesca Woodman, Marina Abramović e Gina Pane risuonano tra gli spettatori e i critici presenti. Ma non c’è nelle sue opere la violenza che appare in quelle delle sue precorritrici. “Ilaria” giace composta, le mani incrociate: è una vittima sacrificale? “Un’Ofelia preraffaellita”, scrive Michele Mari. In “Giovedì” (installazione esposta in Via Colombo 23) l’attesa è il tema: una donna siede di fronte a una sedia vuota, come in una scena da teatro dell’assurdo.

Le opere di Silvia Calcagno fanno pensare all’incipit di una storia, tocca al visitatore immaginare cosa succederà. La tecnica usata è la fotografia trasferita su grès a 1250 gradi. Le immagini sono in bianco e nero sfumato, che dà al tutto un carattere onirico. Certamente non è una personale di fruizione semplice, lo spettatore abituato a marine e vasi di fiori dovrà mettere un’attenzione maggiore rispetto a mostre che si possono occhieggiare frettolosamente.

L’esposizione è visitabile fino al 26 agosto. Altre opere di Silvia Calcagno sono state esposte in molte collettive, tra le quali – di recente – la Biennale di Venezia 2011 e la prima Biennale di Arte Ceramica Contemporanea che si è tenuta le scorse settimane alle Scuderie Aldobrandini di Frascati.

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