di Alfredo Sgarlato – Serata d’onore per Piazza San Michele con l’esibizione dell’Orchestra nazionale Sergey Prokof’ev di Donestk, diretta dal Maestro Paolo Biancalana e con ospiti due bravissimi solisti locali al pianoforte la nostra concittadina Rita Cucè e l’imperiese Giovanni Doria Miglietta. Presentatore d’eccezione Cristiano Bosco. L’ouverture è affidata all’ “Egmont” di Ludwig Van Beethoven. Una composizione nel più tipico stile beethoveniano, le atmosfere anticipano quelle della celeberrima “Quinta sinfonia”. I toni cupi e pensosi conquistano il folto pubblico, sebbene l’orchestra si mostri non ancora rodata.

Quindi sale sul palco Rita Cucè per il concerto n° 20 K466 di Wolfgang Amadeus Mozart. In questa composizione troviamo tutto Mozart: i passaggi solenni secondo le regole della classicità, i momenti più cantabili che anticipano il Romanticismo, quelli più vivaci che riflettono la personalità complessa del genio di Salisburgo. Rità Cucè è la perfetta interprete dello spirito mozartiano, col suo tocco cristallino e misurato. L’orchestra, trascinata dalla solista, appare più in forma. Meritatissimi applausi per Rita Cucè, per Paolo Biancalana e per i musicisti.

Il Concerto N° 1 opera 3 del misterioso Bénèdict Hel incuriosiva gli spettatori. Il compositore se ne infischia delle mode accademiche che impongono il serialismo o il minimalismo e affronta una composizione di stampo neoromantico con i tradizionali tre movimenti. Il primo movimento è piano e melodico, una musica molto visiva che mi ricorda quei compositori come Miklos Rosza o Alfred Newman che furono a metà ‘900 cooptati da Hollywood. Alcuni passaggi dei legni mostrano una frequentazione del jazz da parte di Hel. Il secondo movimento è più intimo, bella la melodia iniziale degli archi. Il giudizio dell’ascoltatore però è inficiato dal fatto che l’opera è chiaramente eseguita dall’orchestra per la prima volta e certi passaggi è difficile discernere se sono fedeli alla scrittura dell’autore o figli dell’esecuzione, soprattutto nel terzo movimento. Per il mio gusto personale preferisco i passaggi più sommessi ai pieni di fiati e percussioni, vicini allo spirito dei compositori russi. Perfetto il Maestro Doria Miglietta.

Gran finale con “Una notte sul Monte Calvo” di Modest Musorgkij. Qui l’orchestra gioca in casa e dà il meglio di sé con una esecuzione spettacolare. Buona l’affluenza del pubblico e a fine serata il Vicesindaco Vannucci e il Presidente della Fondazione Oddi Torrengo danno appuntamento al prossimo anno, magari per una rassegna di più concerti. Sperando che gli orchestrali abbiano maggiore tempo per le prove, il che significa avere la sala adatta e significativi fondi da investire: problemi che si mordono la coda per chi vuole fare cultura.