Corti d’autore all’Overlook Film Festival 2012 (II)

di Ambra Parodi – (Spotorno 18/19 Agosto). Secondo appuntamento della manifestazione dedicata ai cortometraggi d’autore, l’ Overlook Film Festival, giunto ormai alla sua Settima edizione. Dopo la serata di presentazione della kermesse, avvenuta Venerdì alla Sala Convegni Palace, in quello che è stato il prestigioso albergo di Spotorno, con la proiezione dei corti gentilmente offerti dall’Unijapan, ieri sera si è finalmente entrati nel vivo del concorso con la visione di nove magnifici cortometraggi, di fiction e d’animazione, che hanno partecipato già a diversi festival internazionali.

Direttamente su mare, nella fantastica cornice di Piazza Vittoria, Nicola Nocella, presentatore ufficiale della rassegna, ci ha introdotti al tema di questa edizione: risvegli. Risveglio delle coscienze, risveglio dei sensi, risveglio di un senso etico o della dignità personale; della memoria, alla ricerca di immagini archetipiche o del legame profondo con la terra. Fughe nei territori dell’immaginazione e bruschi risvegli. Suddivise in sezioni, per affinità tematica, ieri sono entrate in scena le opere che hanno indagato il tema nella sua più ampia accezione, quelle del gruppo “ Awakenings”.

Abbiamo tutta la notte, di Adriano Giotti, vincitore del “Tutto in 48 Ore” 2012 (concorso itinerante in cui la realizzazione del corto deve avvenire entro le 48 ore dalla consegna del tema), ha aperto le danze, cogliendo sin da subito una sfumatura “fantastica”, surreale del tema. In un obitorio, un giovane che sorveglia i corpi ha il potere di risvegliare le anime ma solo quelle che hanno un desiderio da realizzare. Questo corto si apprezza per la sua incapacità di dare risposte certe, ma porre diverse domande: ciascuno di noi ha nel profondo un desiderio da realizzare, oppure futili capricci? Si è pronti a dire addio? Ma soprattutto si è sicuri di non aver rimpianti? Di aver colto l’attimo?

Attimi, secondi. Basta poco per prendere coscienza di sé, di quello che si vuole essere, come un’ illuminazione, che viene da dentro oppure è suggerita da elementi esterni. Cosa che accade nel film francese Konigsberg di Philipp Mayrhofer, in cui un imprenditore e padre di famiglia decide di andare a caccia e dare una svolta drastica alla sua vita ma la natura gli fa rivedere e cambiare piani. La sensazione provata durante la visione di questo corto è quella di entrare in una dimensione ovattata, onirica, in cui si segue il protagonista mentre saluta i collaboratori, la moglie, la figlia, prima della partenza. In ogni scena è presente un dettaglio insolito, che stona, assurdo ma nessuno dei personaggi sembra dargli troppo peso: un suonatore di corno tibetano in una fabbrica, due auto che si aprono con la stessa chiave, due adolescenti che amoreggiano tranquillamente in presenza di un genitore.

La dimensione onirica caratterizza anche Vodka Tonic, di Ivano Fachin, corto vincitore del Premio N.i.c.e. al Taormina Film Festival. Un film controverso, accattivante e dissacrante, con un protagonista che strizza l’occhio al personaggio di Harvey Keitel de “Il cattivo tenente”. È la storia di una caduta, di una malattia, di una dipendenza incondizionata all’alcool, al fumo, all’amore, ai sogni e inevitabilmente alla morte. Un cammino già segnato, scandito a tappe (notte di passione – cambiamento – amore – volare – vendetta – morte ) ciascuna corrispondente al giusto mix di ingredienti. Il destino lo si prepara a dosi, come un cocktail, ma non lo si butta giù tanto facilmente.

Corti, di Angelo Cretella, invece, ci mostra un Leo Gullotta, che veste gli insoliti panni di un burbero barbiere siciliano alle prese con il suo io fanciullesco, rappresentato da un bambino, Mimmo, che vuole tagliarsi i capelli sempre più corti. Una difficile presa di coscienza che mette il protagonista di fronte alle sue responsabilità di padre, di commerciante, ma soprattutto di uomo nei confronti di se stesso.

Reiterazione, stereotipicità e ritmicità dettano invece il tempo in altri due corti. Il primo, Fabrica de muñecas di Ainhoa Menendez (Spagna) è una storia ambientata in una fabbrica di corpi, di bambole, dove il risveglio corrisponde all’amore e alla fuga da un mondo omologato. Il secondo è invece un corto d’animazione, l’unico della serata, Tram, di Michaela Pavlatova. Un racconto insolito e provocatorio che con una perfetta sincronia di musica, battiti, e immagini svela il risveglio del desiderio sessuale femminile, in un mondo meccanico, fatto di uomini, che come automi ogni mattina si accalcano sul tram per recarsi al lavoro, vestiti di nero e scuri in volto, incuranti del rossore e della vita che fatica a restare inespressa sul volto della conducente del mezzo.

La “sveglia” è suonata. Lo spettacolo dei corti è iniziato e stasera sempre alle 21 in Piazza Vittoria a Spotorno, l’Overlook e i suoi risvegli vi aspettano!