di Mary Caridi – Si è arrivati alla resa dei conti. Dopo il “licenziamento” di Franco Boggiano, reo – a detta di Avogadro – di essere macchinoso e burocratico nella sua gestione di assessore al bilancio (accusa respinta da Boggiano e via di corsa  dai Carabinieri…), tutta la giunta e il consiglio sono entrati in fibrillazione. Avogadro aveva chiesto ai suoi la restituzione delle deleghe ed espresso la volontà  di  procedere poi a un rimpasto e alla nomina di nuovi assessori. Bogliolo del Pd non ci ha pensato su un attimo e ha restituito la delega. Scarpati lo ha criticato apertamente, ma Avogadro forse non si aspettava la reazione furiosa di Rinaldo Agostini, che abbandona il campo rassegnando le sue dimissioni. Un effetto a catena che scuote con vigore l’albero politico del comune di Alassio, magma  dalle imprevedibili conseguenze.

Arroganza di Avogadro e metodo poco partecipativo, con un  mancato coinvolgimento nelle scelte amministrative e sordità alle istanze dei cittadini e delle categorie produttive alassine: questa è l’accusa mossa al sindaco dai duellanti. Richiesta di restituzione delle deleghe che è stata accolta controvoglia da consiglieri e assessori,  con rabbia e fastidio degli interessati. Come finirà?

Difficile immaginare una risoluzione pacifica della vertenza. Chi se la sentirà di accogliere l’invito a diventare assessore in queste condizioni si dovrà fare carico di tensioni e sgambetti infiniti che potrebbero condurre alla fine anticipata dell’esperienza Avogadro.

Ad Albenga da mesi si discute dello stesso argomento. Come dice in sintesi la Guarnieri: “dopo due anni e mezzo è necessario fare il punto del rendimento degli assessori e dei detentori di deleghe. Ho ricevuto il mandato del Pdl e della Lega di procedere a una revisione, ma è un pungolo, non una bocciatura,  verso coloro che non hanno forse molto tempo o volontà di fare bene nelle loro deleghe”. Nelle sue parole, il significato del futuro rimpasto albenganese sembra essere stato accolto dagli interessati con meno veemenza di quello alassino. In apparenza però, poiché molto si muove, sott’acqua, anche da queste parti.

Le tensioni tra le due fazioni esistono, ma sono spese sul filo della satira e dell’ironia, dopotutto siamo Albenga città delle torri e della Fionda. Sul blog “Il carciofino” di Bruno Robello de Filippis non si sprecano le battute. Un Eraldo Ciangherotti messo alla berlina e che ha l’onore di un no E.C day, palese avviso di sfratto di una parte dei suoi “compagni” di avventura in maggioranza. E le lodi al Maurino ingauno – il più amato dei Forrest Gump – l’assessore che con la sua semplicità ha estimatori anche nel campo avverso? Un avvertimento alla zarina affinché nessuno osi aspirare o toccare la sua poltrona. Divisioni e conflitti preventivi al rimpasto che se dovrà esserci – Alassio insegna – lascerà sul campo mine inesplose che potrebbero accendersi in una fiammata. E la presenza di Sasso che si “coccola” i suoi amici pidiellini è fotografia di un normale affiatamento tra il vice presidente provinciale o un “avvertimento” che le cose sono in movimento, che piaccia o no a qualcuno?

Non ha forse torto Rosy Guarnieri a chiedere ai suoi  un passo meno zoppicante ed incerto – difatti di alcuni assessori e consiglieri Non pervenuto è il maggior risultato –  ma dovrà procedere con cautela, attendere un sussulto di vitalità dopo la scossa, perché chi tocca i fili degli equilibri, muore.