di Mary Caridi – Ci eravamo tanto amati… Nella foto del giorno della sua elezione è palpabile l’intesa tra Rosy Guarnieri ed Eraldo Ciangherotti. Lei ne ha accettato gli umori variabili, le esternazioni continue. E mentre lui cresceva a livello mediatico, offuscando l’immagine del sindaco, lei pareva non accorgersene o non tenerne conto. Fino alla sfida diretta. All’attacco che sconfessava la sua linea. Il sindaco sono io – deve avere pensato la Guarnieri – ed  ora non ci sta a passare per una sotto ricatto politico.

Eraldo Ciangherotti è riuscito a far imbufalire tutti. Dal sindaco al suo partito, il  Pdl,  e ora è lui a rischiare di andarsene a casa. Riunione del Pdl importante dove viene confermata la linea concordata con il commissario Cibien: ingresso di Pollio e Cangialosi in maggioranza, nessun ripensamento dunque, ma avanti tutta. Ciangherotti ha sbagliato la sua mossa? Attaccando direttamente il sindaco è riuscito – lui che era uno dei pochi garantiti e anche nelle grazie del sindaco – a far precipitare la situazione. I suoi “fedelissimi” Bessone e Geddo nel chiedere che l’assessore resti fuori dal rimpasto e nel dichiarare la loro ferma contrarietà all’ingresso di Pollio e Cangialosi (che con questa maggioranza sono stati eletti), ora potrebbero passare al gruppo misto per protesta contro le decisioni della Guarnieri.  Lei ha tirato fuori gli attributi – gongolano i pidiellini – e non si è lasciata ricattare dai numeri, ma è chiaro che a questo punto si tornerebbe  di nuovo 11 a 10 in consiglio comunale. Amen – si può proseguire- dicono nel Pdl.

La rabbia e lo sconcerto per le sue dichiarazioni sono ancora una scia velenosa che ha armato ancor più le decisioni del Pdl che ha sempre mal tollerato il fatto che ci fosse un assessore esterno, nominato invece che eletto dai cittadini. Le critiche di molti del Pdl sulle sue continue esternazioni e la voglia di apparire hanno vanificato il suo impegno di assessore e aver attaccato, con insinuazioni  sul piano personale, Pollio e Sasso hanno  fatto il resto. Il Carciofino ne ha  fatto il suo bersaglio satirico preferito, a riprova del deterioramento dei rapporti in maggioranza.

Già oggi Rosy Guarnieri, più determinata che mai, potrebbe passare ai fatti. Azzeramento e poi intesa con il Pdl sui nomi dei papabili assessori. Difficile che Ciangherotti possa tornare sui suoi passi e restare, né che Geddo e Bessone ripensino al dictat sul loro voto contro, soprattutto se la vittima sacrificale del rimpasto sarà Eraldo.