di Alfredo Sgarlato – Afflitto dalla cronica mancanza di fondi il Club Tenco cerca nuove strade espressive. Invece delle classiche tre serate dedicate al meglio della musica italiana una serata evento all’Ariston e una al Casinò di Sanremo dedicata ai nuovi talenti. La tradizionale serata con la premiazione dei migliori dischi dell’anno si terrà a Novara l’8 dicembre, il che suona particolarmente beffardo nell’anno in cui Zibba, un musicista ponentino, è premiato per il miglior disco dell’anno.

Mi rendo conto che la chiusura degli ospedali e dei tribunali, o le ristrettezze in cui sopravvive la scuola sono problemi ben più gravi della sparizione di un festival, ma anche questo è il segno del declino di una regione e del disinteresse in cui avviene. Terminato lo sfogo passiamo alla serata evento, dedicata a Woody Guthrie (14/7/1912-3/10/1967), nel centenario della nascita.

Guthrie è l’uomo che ha fatto scoprire ai giovani americani la tradizione folk e blues, l’autore di centinaia di canzoni di vita e di protesta senza cui Bob Dylan, Bruce Springsteen e Joe Strummer non avrebbero mai imbracciato la chitarra. Apre la serata King of the opera, giovane musicista italiano già noto come Samuel Katarro. Canta “Song for Woody” di Dylan e poi un brano proprio con bella voce pastosa. È davvero un musicista di talento e per fortuna ha cambiato nome d’arte. I suoi dischi sono validi ma troppo sofisticati per le masse.

Al contrario trovo Davide Van De Sfroos uno dei musicisti più sopravvalutati in circolazione, ripetitivo e poco coinvolgente. Per fortuna canta tre brani su quattro di Woody e solo uno suo, però anche quelli di Guthrie li traduce in dialetto “laghè”, il cui suono a me non piace. Quindi Giovanna Marini, una donna che sta al folk italiano come Guthrie a quello americano. Va detto però che la cantante non appare in perfette condizioni di salute e la sua esibizione non è al livello di altre viste in passato.

A scaldare il pubblico ci pensa Ambrogio Sparagna, con ospiti Francesco De Gregori e Luigi Grechi. Sparagna si presenta con una versione ridotta dell’Orchestra Popolare rispetto a quella vista quest’estate a Loano, ma l’esibizione non ne risente. Il primo brano è la versione in musica di alcune terzine dantesche, poi seguono due tra le canzoni più belle e meno note di De Gregori, “Santa Lucia”, con bellissima coda strumentale e “San Lorenzo”, quindi alcuni brani tradizionali e infine due canzoni di Guthrie cantate da Grechi (fratello di De Gregori che si firma col cognome materno). Bravi e trascinanti: tutto il pubblico batte le mani e se potesse ballerebbe. Ottimi i musicisti tra cui vanno segnalati almeno i polistrumentisti Erasmo Treglia, Antonio Vasta e Raffaello Simeone.

Nella seconda parte abbiamo Sarah Lee Guthrie, nipote di Woody, accompagnata alla chitarra da Johnny Irion, il nipote di Steinbeck! La ragazza è graziosa e ha una bella voce e le quattro canzoni dal repertorio del nonno convincono la platea. Gran finale con i Klezmatics, Targa Tenco per il gruppo straniero. I Klezmatics sono “Il” gruppo klezmer con la maiuscola, ed hanno dedicato un disco agli inediti di Guthrie. Bellissima esibizione che ha il solo difetto di essere troppo breve, ma in un festival va così. Appuntamento col Club Tenco all’anno prossimo e con tutti gli amanti della buona musica ci vediamo il 6/7/8 dicembre a Su la Testa, ad Albenga.