di Alfredo Sgarlato – La stagione invernale di Kronoteatro si è aperta ieri sera con lo spettacolo “Io provo a volare”, della compagnia Berardi-Casolari, che ha letteralmente entusiasmato il pubblico presente. La scena è spoglia, solo due sedie per i musicisti che accompagnano la recitazione. Preceduti da una richiesta ironica a spegnere cellulari e flash, entrano un chitarrista e un fisarmonicista, che attaccano “Amara terra mia” del grande Domenico Modugno.

Dopo due canzoni entra in scena Gianfranco Berardi, vestito da spazzacamino, piedi nudi, in mano una scopa e una candela. Il volto, molto particolare è imbiancato dal trucco. Un personaggio felliniano verrebbe da dire se il termine non fosse ormai abusato. Berardi inizia a raccontare la storia di un ragazzo del sud che sogna di diventare attore. Il primo approccio col teatro facendo lo sguattero; l’accademia; il primo lavoro al circo: il momento più esilarante dello spettacolo, insieme al dialogo con l’assessore; il ritorno a casa al paesello, fino allo scarto visionario del finale. Modugno è solo lo spunto, il filo conduttore, l’idolo di uno dei personaggi evocati, lo scemo del villaggio che ha capito più degli altri.

Le canzoni del grande Mimmo, scelte tra le meno usurate ed eseguite con piglio garibaldino, fanno da contrappunto alla narrazione del protagonista. Berardi è ipercinetico, non si ferma un attimo, infatti è magrissimo, beato lui. Movimento e parola si fanno un tutt’uno nella sua recitazione, in cui dialoga con sé stesso interpretando vari personaggi alterando la voce, mai troppo impostata e impreziosita da una leggera cadenza dialettale. Oggi e ieri, satira e vita quotidiana, Petrolini e Amleto (Shakespeare non deve mancare mai! Bravo!) si fondono.

Quando sono in azione i musicisti, Davide Berardi alla chitarra e Giancarlo Pagliara alla fisarmonica, anche valide spalle nelle situazioni comiche, Berardi balla, mima, vive l’azione. La critica paragona già Berardi a nomi come Ascanio Celestini e Moni Ovadia. Non esagerano. Sul palco dell’Ambra abbiamo visto un autore e interprete che occuperà spesso le cronache a venire. Un ringraziamento ai ragazzi di Kronoteatro per aver scovato questo talento straordinario e averlo portato ad Albenga. Prossimo appuntato, anch’esso da leccarsi i baffi il 21 dicembre con “Novecento” di Alessandro Baricco interpretato da Eugenio Allegri. Vi saluto col motto di Gianfranco Berardi: “non invidiare, imita!”.