di Alfredo Sgarlato – “Negli occhi della gente puoi vedere ciò che essi vedranno, non quello che vedono”, dice Danny Boodman T.D. Lemon Novecento al suo amico trombettista. Penso che tutti sappiate che Novecento è il personaggio inventato da Alessandro Baricco (scrittore che non amo, ma che con “Novecento” realizza il suo capo d’opera) per l’attore Eugenio Allegri. Ed è proprio Allegri a portare sul palco del Teatro Ambra il monologo di Baricco così come è stato concepito, nell’ambito della stagione di Kronoteatro.

Allegri racconta la storia dal punto di vista dell’amico, solo nel finale Novecento (che per i pochi che non lo sapessero è il più grande pianista del mondo, un trovatello che ha passato tutta la vita sul piroscafo Virginia e non è mai sceso a terra) prende la parola. L’attore simula un accento pseudoamericano, balla per quasi tutta la rappresentazione, tiene viva l’attenzione per un’ora e mezza di spettacolo senza mai perdere ritmo e senza mai far perdere concentrazione agli spettatori che sottolineano spesso i passaggi più poetici o le battute migliori, perché lo spettacolo fa anche ridere, con numerosi applausi.

Solo un breve intervallo, con foto sgranate d’epoca di grandi personaggi, Einstein, Keaton, ed altri. Alcune foto e molta musica, blues, jazz e neoclassica punteggiano la recitazione. Ma il culmine della bravura di Eugenio Allegri si ha in quelle scene movimentate che sono alla base del film di Tornatore “La leggenda del pianista sull’oceano”. Bene, Allegri è così convincente che le scene le visualizziamo perfettamente nella nostra fantasia, così come Novecento conosceva tutto il mondo senza essere mai sceso dalla nave. Interminabile applauso finale.

Nuovo centro per Kronoteatro che ci dà appuntamento al 1 marzo con “Delirio a due” da Ionesco, ma non dimenticate che il 7 gennaio inizia la stagione di Ingaunia Teatro con la magnifica Franca Valeri.