di Alfredo Sgarlato – Un concerto del pianista Gàbor Farkas ha concluso ad Albenga una serie di interessanti incontri promossi dall’Associazione Culturale Liguria-Ungheria, in collaborazione con la Fondazione Oddi. Presso l’auditorium San Carlo si sono svolte conferenze e proiezioni di film poco visti in Italia. Per concludere questa iniziativa, che speriamo avere un seguito, un concerto del giovane pianista Farkas, specialista nell’opera di un grande connazionale, Ferenc (o Franz) Liszt.

Il musicista ha vinto molti concorsi e ha inciso due dischi dedicati alle musiche del Maestro ungherese. Liszt in vita fu grandissimo virtuoso dello strumento, e sicuramente è il compositore delle pagine per pianoforte più difficili da eseguire. Per cui potrete immaginare come chi si cimenti con la sua opera sia fortemente dotato in fatto di tecnica ed espressività. Infatti Gàbor Farkas non delude e regala una performance che conquista il pubblico, finalmente numeroso, presente in sala.

Preceduto dal saluto delle autorità Farkas inizia con le trascrizioni eseguite da Liszt su composizioni di Schumann, “Dedica”, e Schubert, “Il cacciatore”, due autori che Liszt prese sotto la propria protezione e aiutò nella carriera. Nell’esecuzione pianistica tutta le sensibilità romantica dei due compositori tedeschi emerge pienamente. Quindi Farkas esegue una serie di brani composti dal Maestro ungherese durante i suoi viaggi in Italia. Musiche influenzate da luoghi e opere d’arte, che alternano passaggi impetuosi e momenti meditativi, com’è tipico dell’opera Lisztiana che, se da un parte è tipicamente romantica, dall’altra anticipa l’Impressionismo con la sua arditezza armonica.

Farkas presenta tecnica perfetta e brillantezza nel tocco, emozionando i presenti. Anche l’acustica della sala, pur non essendo ancora perfetta, è molto migliorata rispetto a occasioni precedenti. Richiesto due volte il bis e standing ovation finale. Speriamo che le iniziative in collaborazione tra l’Associazione Liguria-Ungheria e la Fondazione Oddi continuino proficuamente, magari con un concerto dedicato a un altro grande compositore ungherese, Bèla Bartòk.