di Adalberto Guzzinati – La vicenda dei Quota 96 si arricchisce di un nuovo episodio tragicomico. Di recente infatti alcuni colleghi laziali sono venuti a conoscenza del pensionamento, tenuto ben nascosto dal MIUR, di un Quota 96 ad opera del Giudice del Lavoro di Roma. “A questo punto – dicono al comitato genovese dei Quota 96- si apre uno spiraglio anche per tutti gli altri operatori scolastici ed insegnanti. Si profila per tutti un precedente che rende urgente una presa di posizione del Governo e del Parlamento”. Ma anche su altri fronti sembrano aprirsi altre possibilità per risolvere la “Vexata Quaestio” dei Quota 96. Il sindacato della Cisl a livello nazionale sta infatti sostenendo i quota 96 ed ha ottenuto una udienza da parte della Corte Costituzionale nel tentativo di dare finalmente fine alla vicenda sorta a seguito della malinterpretazione da parte della Legge Fornero circa la peculiarità del comparto scuola.

“La Corte Costituzionale- hanno annunciato dalla Cisl- fissa l’udienza per la discussione della causa promossa dalla Cisl Scuola puntando a far dichiarare l’illegittimità e l’incostituzionalità dei nuovi requisiti pensionistici introdotti anche per la scuola dalla legge Fornero. L’avviso di Udienza Pubblica, che è fissato per il 19 novembre prossimo, segue l’ordinanza di remissione alla Corte Costituzionale del 17 agosto 2012 del Tribunale di Siena, a cui si era rivolta, con il patrocinio dell’avvocato Maurizio Riommi, una insegnante di scuola dell’infanzia, in possesso al 31 agosto 2012 dei requisiti per l’accesso alla pensione, che si era vista respingere la domanda di cessazione perché la legge Fornero aveva posto al 31 gennaio 2011, anziché al termine dell’anno scolastico 2011/2012, la data ultima a cui fare riferimento per calcolare il possesso dei requisiti”. Si spera dunque in una soluzione che ponga fine alle ingiustizie ed alle sofferenze che hanno dovuto patire i Quota 96. Sul fronte legislativo e politico, a parte il contenzioso che nascerà a seguito del pensionamento dell’insegnante ad opera del Giudice del Lavoro di Roma, sembrano invece più esili le speranze che si possa a breve giungere ad una soluzione positiva con l’aiuto del Parlamento.