Un grande Francesco Cafiso ha chiuso a Loano la rassegna Giovani Concertisti

di Alfredo Sgarlato – Un bellissimo concerto ha chiuso sabato 15 la rassegna Giovani Concertisti, organizzata dall’Associazione Musicale Santa Maria Immacolata con il patrocinio dell’Assessorato al Turismo, Cultura e Sport del Comune di Loano. Un duo composto da due tra i migliori talenti del jazz italiano, Francesco Cafiso e Dino Rubino, ha incantato il pubblico presente. Parlando di Cafiso si può fare il paragone con Picasso: come lo spagnolo da bambino dipingeva come Raffaello e quindi è dovuto diventare Picasso, Cafiso a quattordici anni suonava già come Charlie Parker e da allora non poteva che crescere.

Oggi nello stile di Cafiso possiamo ritrovare tutta la storia del sax alto, da Jackie McLean a Eavn Parker, senza trascurare Coleman, Braxton, persino Archie Shepp che altista non era. Dino Rubino è il più anziano dei due, è nato nel 1980, eppure dei due sembrerebbe il più giovane. Oltre che pianista è anche ottimo trombettista. Il duo, denominato “Travel Dialogues”, suona in gran parte composizioni di Cafiso, oltre a un brano del pianista e uno del contrabbassista Charlie Haden. Il primo brano non è facile, è quasi free jazz, con Cafiso che esegue un solo straordinario, mostrando tutte le possibilità del sax, sbuffi, fischi, passaggi velocissimi e altri meditativi e melodici. Rubino lo accompagna con grande classe, senza virtuosismi ma con uno stile altrettanto personale, percussivo e melodico insieme. Nei brani seguenti la musica si fa più lirica, si alternano ritmi di blues e di tango, una bellissima composizione intitolata “La banda” ha echi di musica klezmer e appunto bandistica.

Il pubblico è rapito dalla bravura del duo, il cui interplay è perfetto. Bis richiesto a gran voce, Cafiso e Rubino eseguono l’ormai classica “Estate”, ma in versione per pianoforte a quattro mani! Fino a qualche anno fa sentendo suonare i jazzisti italiani si aveva la sensazione di ascoltare bravi allievi e nulla più; oggi non è così, i musicisti italiani stanno al pari degli americani, in quella che ormai è musica universale, e ne avrete conferma nei prossimi giorni al Percfest.