Ross@Savona: nasce un nuovo movimento "anticapitalista e libertario"

Nasce un nuovo movimento “anticapitalista e libertario”: Ross@Savona. «L’assemblea fondativa di Ross@ – spiegano i militanti – tenutasi a Bologna l’11 maggio scorso ha registrato l’adesione di esponenti delle realtà politiche e sociali della sinistra, delle più importanti realtà di lotta italiane, “no tav” e del sindacalismo di base», e a quell’incontro nazionale «hanno partecipato alcune compagne e compagni del territorio provinciale che hanno deciso di aderire, appoggiare e costituire anche a livello provinciale tale movimento».

Inizia quindi anche a Savona il percorso politico organizzativo di Ross@ che ha come primo momento di presentazione pubblica del movimento l’assemblea organizzata per il 20 Giugno alle ore 20.45 presso la sala chiamata del porto in Piazza Pippo Rebagliati a Savona a cui parteciperà Giorgio Cremaschi.

I sette punti programmatici fissati da Ross@ a Bologna

  1. Rompere con l’Unione europea. Democrazia vera, diritti del lavoro (a proposito dei quali è fondamentale la riconquiste dell’art. 18), stato sociale, eguaglianza, libertà sono incompatibili con l’Europa del rigore, del fiscal compact, di Maastricht e della Troika. Non c’è nulla da rinegoziare, i trattati vanno cancellati. L’euro e il debito non ci debbono più ricattare, bisogna che i popoli conquistino la sovranità sulla moneta e sulla spesa pubblica.
  2. Ridurre l’orario di lavoro e il tempo di lavoro a parità di salario, mentre il reddito deve essere garantito a chi non ha un lavoro sicuro e dignitoso. La salute e la sicurezza sul lavoro vengono prima di tutto. L’educazione e la formazione pubbliche, l’abitare, la sanità pubblica vanno garantite e tutta la società va ricostruita su nuove basi. La sola compatibilità è l’eguaglianza sociale
  3. I beni comuni in mano pubblica, così come le banche e le attività strategiche. Il lavoro deve controllare la produzione e il potere pubblico deve impedire la chiusura delle aziende, le delocalizzazioni, i licenziamenti. La democrazia deve entrare in ogni luogo di lavoro. Riconversione industriale e produttiva, salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio culturale, intervento pubblico generalizzato nella economia. No al TAV e alle grandi opere. No alla militarizzazione dei territori per favorire la devastazione ambientale:
  4. Libertà delle donne contro l’oppressione patriarcale, libertà e cittadinanza dei migranti contro le leggi schiaviste, libertà e diritti delle persone contro i poteri del mercato e delle burocrazie autoritarie.
  5. Una politica fiscale immediatamente e fortemente redistributiva verso i redditi fissi, da lavoro e pensione, a danno della grande rendita, del grande capitale, delle ricchezze private e dell’evasione.
  6. Pace e disarmo, con la fine immediata di tutte le missioni militari all’estero e di tutte le spese di guerra. Liberazione dalle servitù militari e dall’occupazione imperialista dei nostri territori.
  7. Una vera democrazia fondata su una legge elettorale proporzionale pura, sulla distruzione dei privilegi delle caste, sul diritto dei lavoratori a decidere liberamente su chi li rappresenta e sugli accordi, sulla partecipazione, sui referendum, sul diritto a decidere delle popolazioni nel territorio. Diciamo no al presidenzialismo e all’autoritarismo plebiscitario che mirano a distruggere la Costituzione Repubblicana. No alla repressione dei movimenti e dei conflitti. Libertà per le/i compagne/i arrestate/i.