di Alfredo Sgarlato – Una partenza spettacolare, è proprio il caso di dirlo, per la quarta edizione dell’originale rassegna organizzata ad Albenga da Kronoteatro. Accolto da un ramo d’albero che decora l’ingresso il pubblico entra nell’azienda Le Bandie decorata da tubi luminosi. Alle conversazioni su vari argomenti che si tenevano negli anni scorsi si sostituisce quest’anno la performance in tre puntate dell’attore Angelo Romagnoli che spiega, seguendo le lezioni di Luciano Bianciardi, come un ragazzo di provincia possa diventare un intellettuale di successo. Bottiglia in mano -Bianciardi fu ucciso dall’acool a soli 49 anni- l’ottimo Romagnoli spiega con grande espressività facciale e vocale quali siano i primi passi da compiere nel mondo delle lettere.

Divertiti dalla lezione benché delusi dalle nostre inutili lauree io e i miei amici ci consoliamo con la bontà dell’aperitivo, accompagnato dalle musiche lounge e dub di Ma Nu Dj. Quindi c’è la performance di danza con gli allievi della coreografa Nicoletta Bernardini e lo spettacolo teatrale del Tony Clifton Circus. Un chitarrista dal look anni ’80, molto luccicante, intrattiene il pubblico. Entrano due personaggi in mutande antiquate che ballano e fanno un “vestirello”.

Quindi si presentano e presentano lo spettacolo, “Rubbish Rabbit”. Il tema è: il clown è un bambino lasciato libero, e così si comportano, spaccando tutto. Un enorme coniglio di stoffa viene picchiato, scalciato, indossato, lanciato. La bambola Barbie è sottoposta a ogni genere di sevizie, per la gioia della ragazze di tutte le età presenti. Un ananas viene fatto esplodere, mentre i clown impersonano assurdi gangsters. Uno spettacolo esilarante, che dietro un’apparente semplicità nasconde un messaggio eversivo, che rifiuta ogni condizionamento sociale. Gran finale con la musica e il ballo.

In questa edizione di Terreni Creativi la parte musicale compie un ulteriore salto di qualità. È affidata all’Orchestra Bailam, formazione genovese che mescola tutti i linguaggi musicali del Mediterraneo. La loro prima esibizione è incentrata soprattutto sul repertorio klezmer, degli ebrei dell’Europa orientale, ma non mancano brani della tradizione Rom e Macedone, rivista in chiave reggae. I sei musicisti interpretano la musica anche con un forte impatto teatrale, ingaggiando duelli e mescolandosi in gruppi laocontici, come direbbe Villaggio. Grande la performance del batterista Luciano Ventriglia, alle prese con tempi dispari e in levare. Il pubblico inizialmente ascolta composto, poi si scatena nelle danze e non vuole far andare via i musicisti che si lanciano in molti bis tra cui Misirlou (il tema di Pulp Fiction, in realtà un tradizionale greco), Great Balls of fire e Sono tremendo! Dopo una serata così nessuno vorrebbe andare a casa, meno male che stasera e domani il festival continua.