di Alfredo Sgarlato – Il Santuario è senz’altro uno dei luoghi più suggestivi di Savona ed è quindi uno scenario splendido per ospitare concerti. Nella piazza antistante il bellissimo edificio costruito intorno al 1540 l’Assessorato ai Qaurtieri, Raindogs House e ANPI Savona sezione centro hanno organizzato una data particolare della manifestazione “Il Santuario del Jazz”. Ospiti d’eccezione Taraf de Haidouks, formazione che sta alla musica gitana come Buena Vista Social Club a quella di Cuba. Storico gruppo di “lautari”, ovvero musicisti itineranti, provengono da Clejani, piccolo villaggio rumeno.

Per la cronaca taraf significa banda e gli Haidouks sono personaggi tipici del folklore dell’est, sorta di Robin Hood locali. Sono preceduti dalla Delirium Jazz Band, formazione di cinque giovani musicisti milanesi dedita ai classici dello swing, come quello che ben conosce chi ama i film di Woody Allen, ma si lanciano anche in una gradevole Brazil. Buona la prova del sassofonista. Taraf de Haidouks si presentano come sestetto: due violini, due fisarmoniche, contrabbasso e cymbalon, per alcuni brani si unisce la cantante Angelica.

La tecnica esecutiva dei musicisti è incredibile, suonano a velocità impressionante. Quando la fisarmonica assume la parte solista è suonata sulle note più alte, prendendo il ruolo che generalmente nella musica balcanica, klezmer o bulgara, è tipico del clarinetto. I tempi sono vertiginosi e ovviamente dispari, come è tipico della musica dell’est. Le musiche balcaniche, come quella araba, hanno una grande componente di improvvisazione, per cui inserirle in un contesto jazz non è fuori luogo, tra i due filoni c’è sempre stata attrazione reciproca.

Naturalmente solisti principali sono i violinisti, che oltre a lanciarsi in assoli straordinari gigioneggiano con gli strumenti, suonando anche dietro la schiena o contro le casse alla Hendrix. Un concerto divertentissimo, peccato che il pubblico, pur numeroso e attento, si sia scatenato nelle danze solo alla fine.