Al di là delle pletoriche dichiarazioni stampa cosa in concreto abbiano fatto a livello di pratiche e “sollecitazioni” in Parlamento nelle commissioni pertinenti per dare sostanza e seguito alle loro parole ancora non si sa, ma oggi – in visita a Savona per un incontro pubblico – i deputati del M5S hanno chiesto “agli organi competenti l’immediato sequestro dei gruppi 3 e 4 come atto precauzionale dovuto per la tutela della salute pubblica”. «Basta – si legge in una nota dei grillini – all’ipocrisia che da 40 anni permette di bruciare ogni giorno in mezzo alle case e alle scuole 4.000 tonnellate di carbone, combustibile fossile ritenuto universalmente dal mondo scientifico internazionale il più dannoso e nocivo per la popolazione».

«L’Autorizzazione Integrata Ambientale dietro cui si nasconde Tirreno Power – sostengono – avrebbe dovuto prevedere valori limite di emissione di sostanze inquinanti, sulla base delle Migliori Tecnologie Disponibili ed indicati chiaramente dalle Linee Guida Europee. Al contrario, l’AIA concessa recentemente dal Ministero a Tirreno Power, prevede valori compresi tra un minimo di 2 volte, fino ad un massimo di addirittura 17 volte rispetto ai limiti previsti dalle Migliori Tecnologie isponibili, ponendosi quindi in palese violazione della normativa. In presenza di un’AIA illegittima e delle anticipazioni giornalistiche relative ad un migliaio di morti premature, imputabili alle emissioni della centrale Tirreno Power, anticipazioni non smentite dalla Procura, che conferma peraltro l’esistenza di “un danno alla salute” provocato da tale inquinamento, chiediamo agli organi competenti l’immediato sequestro dei gruppi 3 e 4 come atto precauzionale dovuto per la tutela della salute pubblica».

«L’immediata cessazione dell’effetto della combustione del carbone, secondo il mondo scientifico, creerebbe un beneficio sanitario immediato nella popolazione esposta, soprattutto nei bambini e in particolar modo per patologie quali ictus, infarti, allergie. Gli effetti positivi – dicono i grillini – sarebbero poi molto ampi nel medio e lungo periodo soprattutto per quanto riguarda diverse tipologie di tumori, in particolare a polmoni, vescica, laringe. La politica savonese, per decenni, è rimasta in complice silenzio di fronte agli innumerevoli studi e dati allarmanti in varia misura collegati alla centrale termoelettrica Tirreno Power di Vado Ligure (dati di mortalità e di morbilità della provincia di Savona, studi lichenici, livelli di inquinamento dei fondali marini, mancanza per anni di autorizzazioni definitive, inadempienza di diverse prescrizioni, mancanza di controllo pubblico alle ciminiere, insufficiente misurazione delle polveri sottili, inesistente misurazione delle nanopolveri, ecc)».

«Siamo certamente in presenza di gravissime responsabilità sociali e morali di molti amministratori pubblici e confidiamo nella magistratura per l’accertamento delle responsabilità penali. Ci riferiamo in particolare ai sindaci di Vado e Quiliano che si sono succeduti in tutti questi anni, i quali hanno omesso di tutelare adeguatamente la salute dei cittadini, non adempiendo al loro ruolo di responsabili della salute pubblica, nel “prevenire o impedire il danno e il pericolo” per il territorio e la popolazione derivante dall’inquinamento della centrale a carbone. In particolar modo, denunciamo il fatto che gli amministratori non hanno preso misure idonee ad impedire un così lungo protrarsi di valori emissivi fuori dalle normative relative alle Migliori Tecnologie Disponibili, sia negli anni in cui la centrale ha esercitato impunemente la sua attività senza l’obbligatoria Autorizzazione Integrata Ambientale, sia durante tale iter autorizzativo dove i due attuali sindaci non hanno richiesto l’imposizione dei limiti delle emissioni previsti dalle normative vigenti».

«I legali rappresentanti di Tirreno Power “non possono non sapere” che la combustione del carbone produce conseguenze molto gravi sull’ambiente circostante e sulle popolazioni esposte». «Nell’esposto – concludono i grillini – presentato in Procura nel 2010 si legge: “Non vi è dubbio che nel momento in cui il soggetto agente si pone nella condizione psichico-volitiva di assoluta noncuranza (per non dire di dispregio) per la vita umana, tanto da persistere in condotte che egli sappia certamente nocive per gli altri essere umani, il disvalore di tale posizione in seno alla comunità deve essere perseguito con il massimo di severità dall’ordinamento giuridico che la comunità stessa si è data».