(fp) – Nuove azioni di protesta degli attivisti a Savona contro la Centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure-Quiliano. Oggi, nel giorno dedicato alla commemorazione dei morti, in alcune vie della città sono comparsi provocatori e sarcastici manifesti di pseudo-comunicati stampa firmati da un sedicente “Comitato autonomo Pompe Funebri e Marmisti Italiani”: “se venissero spenti i gruppi a carbone nella nostra città – si legge nella satirica “difesa” della centrale termoelettrica – ci sarebbe una caduta verticale delle nostre attività”.

«Oggi 2 novembre giorno dei morti, come Comitato autonomo Pompe Funebri del nostro comprensorio, vogliamo esprimere la nostra ferma protesta dopo la minaccia della centrale a carbone di ritirarsi dal nostro territorio per investire altrove se continua la diffusione di dati allarmanti.

Le diverse agenzie autonome di Onoranze Funebri, in questa nota congiunta, criticano la dirigenza della centrale: “se venissero spenti i gruppi a carbone nella nostra città, ci sarebbe una caduta verticale delle nostre attività. Ormai purtroppo si è diffusa la notizia di come le nanopolveri prodotte dalla combustione del carbone producano un grande beneficio sul numero di funerali effettuati. La nostra è la principale attività del cosiddetto ‘indotto’ della centrale, e si è sviluppata proprio intorno a tale business. In una fase di crisi economica acuta, non si può stare con il ‘partito dei No’ come fanno alcuni medici e ambientalisti”.

La protesta si unisce a quelle di alcuni giorni fa dell’CMI cittadino, il Comitato autonomo dei Marmisti Italiani, produttori di lapidi, i quali avevano paventato un calo di vendite qualora la centrale a carbone lasciasse il nostro territorio. “Fare impresa nel comparto funebre sta diventando sempre più difficile; è disdicevole come, al di là dell’aiuto di alcuni amministratori locali, la città e i comitati siano così ostili in modo preconcetto al legittimo sviluppo delle nostre attività”.

Anche le sigle sindacali autonome di categoria, la CIP (Confederazione Italiana Pompe funebri), la CIOP (Comitato Italiano Onoranze e Pompe funebri), insieme alla UIM (Unione Italiana Marmisti), si allineano perfettamente alle posizioni degli imprenditori del ‘trapasso’, anche stavolta senza alcun distinguo.

Particolarmente dura la presa di posizione delle prime due, la CIP e la CIOP: “Il lavoro deve venire prima di tutto, l’Italia è ‘una Repubblica fondata sul lavoro’, non ‘sulla salute’. Le maestranze dei settori mortuari devono essere tutelate, salvaguardando le fonti che fanno girare l’economia del settore, primo fra tutti il carbone, su cui l’economia savonese si è basata da decenni”.

Le sigle sindacali fanno rimarcare un dato: “l’aver sostenuto la combustione del carbone, che secondo anticipazioni giornalistiche avrebbe determinato il decesso di circa 1.000 persone, ha contribuito a abbassare notevolmente la disoccupazione di ben 400 unità (gli altri 600 decessi sono soprattutto bambini e anziani, di cui non essendo lavoratori non ce ne occupiamo)”».