Sabato 9 novembre, alle ore 15,30, saranno presentati i lavori di restauro della Fortezza di Castelfranco a Finale Ligure. Saranno presenti, fra gli altri, il sindaco di Finale Ligure, Flaminio Richeri, il Presidente della Regione Claudio Burlando e la Sovrintendente ai Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria Maria Luisa Papotti. A tagliare il nastro sarà l’ingegner Anna Testa, figlia dell’ingegner Renato Testa, mancato recentemente, che aveva curato insieme all’architetto Donatella Del Bono i progetti esecutivi degli interventi di restauro in precedenza eseguiti a Castelfranco.

LA FORTEZZA DI CASTELFRANCO – La Fortezza di Castelfranco fu costruita dai Genovesi nel 1365, in seguito alla vittoria sui Marchesi Del Carretto, sull’altura del Gottaro, in posizione dominante su tutto il litorale, da Capo Caprazoppa a Capo S. Donato. Fu occupato nel 1378 da Lazzarino I Del Carretto, ma Genova nel 1385, con manovre politiche, ne riaffermò il proprio dominio.

Rioccupato dai Carretteschi nel 1391, venne restituito a Genova nel 1394, per destinarlo alla rovina, ma l’anno successivo il doge Antoniotto Adorno preferì infeudarlo ai Marchesi Lazzarino e Giorgino del Carretto piuttosto che demolirlo. Nella guerra tra Galeotto e Giano Fregoso del 1447/48 i Genovesi distrussero la torre centrale, impossessandosi del castello che pochi anni dopo fu riconquistato da Giovanni del Carretto. Demolito nella rivolta del 1558 contro il Marchese Alfonso, fu rioccupato dai Genovesi i quali nel 1564 lo rasero al suolo per ricostruirlo successivamente, diventando residenza del barone Beccaria, rappresentante imperiale, che nel 1602 lo consegnò alla Spagna. Nel periodo di occupazione spagnola, il castello subì importanti trasformazioni e modifiche allo scopo di migliorarne l’intrinseca debolezza difensiva: a tal scopo tra il 1642 e il 1645 furono costruiti i forti di S. Antonio a nord e dell’Annunziata a est, congiunti con un unico recinto fortificato. Successivamente, tra il 1674 e il 1677, sotto la direzione dell’ing. Berretta si rafforzò il forte dell’Annunziata e si costruì il forte di Lignì, proprio in cima al Gottaro.

Nel Settecento, in seguito alla guerra di Successione spagnola ed al trattato di Utrecht (1713), Genova poté sanare la vecchia piaga e insediarsi nel Finale, attuando nel 1714 l’abbattimento di Castel Gavone. Per quanto riguarda Castelfranco furono risparmiati il bastione della Mezzaluna e il torrione centrale di S. Bartolomeo, di forma ottagonale, risalente al Medioevo. Castelfranco fu attivo come fortezza ancora nel 1745, quando respinse l’attacco di quattordici navi inglesi. Nel secolo scorso, fu adibito (sotto il Regno di Sardegna) dapprima a carcere, poi a infermeria del reclusorio e subì ampie trasformazioni. Sui baluardi a mare, S. Andrea e S. Pietro, sorsero le palazzine De Raimondi, mentre dopo l’ultima guerra furono demolite le costruzioni interne ottocentesche

Dal 1938 il castello è di proprietà del comune di Finale Ligure; durante il secondo conflitto mondiale, data la sua posizione dominante, la Fortezza è stata utilizzata come postazione antiaerea e di conseguenza fu soggetta a bombardamenti e mitragliamenti aerei che ne danneggiarono le sovrastrutture. Dopo la parziale demolizione degli anni ’50, conseguente alle sopraelevazioni realizzate da parte dell’Amministrazione all’inizio del secolo scorso, per dare alloggiamento ai bisognosi, tali da rendere il complesso noto come quartiere “Shangai”, il complesso acquisisce le fattezze e l’attuale consistenza.

INTERVENTI RECENTI (3 LOTTI) IN PRECEDENZA ESEGUITI – Nella fortezza di Castelfranco sono già stati eseguiti tre interventi finalizzati al restauro e al suo recupero a uso museale e culturale, su progetti esecutivi affidati all’architetto Donatella Del Bono e all’ingegner Renato Testa.

Il primo lotto di intervento, relativo al recupero a uso pubblico e turistico del piazzale del Belvedere e delle sale adiacenti all’ingresso, fu intrapreso nel 1994, mentre il secondo intervento, relativo al recupero di alcuni corpi di fabbrica del lato nord, fu ultimato nel mese di ottobre 1998. Mediante questi interventi venne dato quindi inizio al restauro conservativo, che ha consentito l’apertura al pubblico di una consistente porzione della fortezza e la programmazione, presso il piazzale del “Belvedere”, di manifestazioni di carattere culturale e turistico.

Il terzo lotto d’intervento ha invece riguardato il recupero del fabbricato a due livelli ubicato a levante del Belvedere, allo scopo di ospitare sale per il ristoro quale ulteriore motivo di richiamo. Ulteriore significativo ambito restaurato con il terzo intervento, è l’unica sala del torrione di San Bartolomeo, dalla quale i visitatori hanno la duplice possibilità di salire fino alla copertura del maschio, dal quale possono godere di un incantevole panorama della costa finalese, per poi ridiscendere, attraverso i percorsi pedonali intorno al torrione, fino alla zona nord della fortezza.

OGGETTO DEL NUOVO INTERVENTO – Il nuovo intervento ha previsto il restauro e risanamento conservativo, con ripristino strutturale di undici celle, alcune delle quali dotate di servizi igienici, con relativa sistemazione complessiva e definitiva della copertura, protetta da un adeguato sistema di impermeabilizzazione e pavimentazione. I lavori hanno interessato anche la ristrutturazione dei fabbricati siti in posizione baricentrica: uno realizzato su due livelli, composto a piano terra da un locale voltato ed al piano superiore da corridoio voltato e dalla presenza di quattro piccole celle. mentre il secondo corpo di fabbrica è stato dotato di nuova copertura piana e di chiusure vetrate. Principale obiettivo del progetto è stato il restauro conservativo di un’emergenza monumentale di grande pregio, coniugando le due esigenze diverse di tutela e valorizzazione del bene con contestuale creazione di un importante polo culturale di livello sovra comunale. Non sono state pertanto apportate alterazioni tipologiche e dimensionali di alcun genere: non sono stati effettuati scavi, gli intonaci antichi sono stati conservati e consolidati, le nuove porzioni di muratura e di intonaco sono stati realizzate con malta di calce senza l’introduzione di leganti cementizi, le nuovi porzioni murarie sono state realizzate esclusivamente con mattoni pieni di tipo tradizionale, legati con malta di calce idraulica e naturale, mentre le tracce del vissuto dei manufatti sono state mantenute in sito e restaurate.

ALLESTIMENTO MUSEALE (in fase di realizzazione) – L’intervento di allestimento museale, ancora da realizzare, si inserisce all’interno del Progetto di recupero della Fortezza. L’obiettivo da raggiungere è quello di dotare gli spazi recuperati nelle diverse fasi sopra descritte, di attrezzature, strumenti e allestimenti che mettano in atto la funzione museale, definendone altresì i contenuti e la proposta scientifica e didattica. Vista la presenza autorevole e rilevante del Museo Archeologico del Finale presso il complesso monumentale di Santa Caterina in Finalborgo, l’idea progettuale per Castelfranco è stata quella di presentare un’offerta culturale e didattica che affronti temi differenti, seppur complementari, a quella proposta dalla struttura sopra citata. Da qui l’idea di allestire un “museo della Città e della Fortezza” che assuma la funzione di fornire al visitatore le informazioni sia sulla fortificazione, sia sul contesto urbano e sociale in cui essa è collocata. Gli spazi individuati su cui realizzare gli allestimenti previsti sono già stati recuperati dal punto di vista del restauro: il progetto prevede quindi la semplice dotazione di pannellistica e di unità multimediali. L’allestimento si differenzia in due temi principali: il Museo della Fortezza e il Museo della Città; per entrambi è previsto un locale ad uso ufficio, riservato alla direzione delle strutture museali.

Museo della Fortezza – Il progetto prevede nel locale appena restaurato a cui si accede dal cortile la collocazione di una pannellistica che illustra le caratteristiche architettoniche, la storia e l’evoluzione della fortificazione, affiancata da una postazione touch screen in cui verranno inseriti tutti i contenuti non esposti e utili per ulteriori approfondimenti. Il percorso si completa con la visita agli adiacenti locali destinati a celle detentive.

Museo della Città Il progetto degli allestimenti e degli arredi ha individuato quattro locali collegati tra loro in cui collocare sia la pannellistica sia le postazioni multimediali , incentrate su tre differenti temi: – raccolta cartografica e iconografica sul Finalese (mediante tavolo interattivo touch screen); – archivio fotografico del Finalese; – sala del Territorio e dell’Outdoor.

Sono oggetto del presente intervento le forniture per l’allestimento della cucina presso il locale ristorante e la fornitura di apparecchiature tecnologiche avanzate per l’allestimento multimediale interattivo del torrione centrale. Costituiscono altresì parte della fortezza: – il cortile di accesso alle sale; – il giardino panoramico del Rivellino; – il piazzale del Belvedere (oggetto degli interventi precedenti); – la sala conferenze; – la terrazza pavimentata sopra le cellette lato nord.