Tasse Liguria canoni spiagge, Mazzucco (Sel): pagamento accettabile ma vicinanza ai bagni marini

«Abbiamo apprezzato l’intervento dell’Assessore Regionale Cascino che, con cognizione di causa, è intervenuto sui canoni delle spiagge (evidenziando la differenza tra demaniali e balneari) imponendo un pagamento accettabile a fronte della concessione di un bene che, ricordiamolo, appartiene a tutti. Dalle fonti di stampa abbiamo con curiosità appreso di stabilimenti che pagano concessioni inferiori ai 1000€ annuali in vendita a 800.000€ in agenzie del finalese e del savonese. A Varigotti un ristorante non balneare paga 28.000 euro mentre stabilimenti che fanno ristorazione aperta al pubblico, anche la sera, non pagano nulla per il servizio extra». Così Italo Mazzucco di Sell Finale Ligure.

«Capiamo – prosegue – che poco o nulla viene fatto dalla politica per mettersi nei panni di quelle persone ed attività che cercano di sopravvivere. Esprimiamo a questo proposito la nostra vicinanza ai bagni marini, soprattutto quelli liguri, che stanno manifestando in queste ore e sono, pochi in Italia, sottoposti a verifiche e controlli capillari quando, invece, in altre zone, governate da meccanismi politico-lobbistico-mafiosi sono sorte cattedrali sulle spiagge con ristoranti, palestre, centri commerciali, outlet, occupando migliaia di metri cubi di demanio sicuramente non asserviti alla balneazione e divenuti per lo stato immobili fantasma. È altresì vero che ci sono spiagge che, a fronte di pagamenti demaniali veramente ridicoli, affittano a prezzi strabilianti i chioschi che cercano, spesso al di fuori di tutte le regole, di rientrare dell’investimento. Anche su questo sarebbe da ragionare serenamente ed invitiamo i bagni marini stessi a mettere ordine tra le loro file prima di attaccare la regione Liguria».

«Un’ultima riflessione è necessaria circa il mancato incameramento di tasse da parte dello stato in virtù della concessione di un bene pubblico: anche laddove vengono effettuate attività diverse dalla balneazione, le attività “di fatto commerciali” sulla spiaggia pagano molto meno rispetto agli altri commercianti “non balneari”. Ci sono infatti numerose attività “non balneari” (bar, ristoranti, discoteche) che, rispetto ai loro colleghi “balneari”, pagano canoni superiori del 1000%. Non sarebbe forse giusto allineare i canoni o fare ognuno il proprio mestiere?», conclude Mazzucco.

3 Commenti

  1. …Ah si..? E sentiamo un po’ perchè dovrei riflettere studiare e poi non scrivere…
    Solo perchè le cose che ho scritto non ti piacciono?
    Dato che la situazione non devo proprio studiarla per niente perchè conosco la faccenda nei dettagli e tutte le pretestuosità e gli argomenti strumentali che ho sentito fin a oggi, argomentazioni che non stanno in pieni a momenti nemmeno per chi non conosce la storia, mi piacerebbe che invece di buttare lì una lapidaria quanto assolutista affermazione, motivassi e giustificassi con argomenti concreti questa tua voglia di tacitare il dissenso, espressa così “democraticamente”.. 🙂

  2. Chi commenta dovrebbe studiare maggiormente la situazione,riflettere e dopo semmai scrivere.
    Cordialità
    Gianni b

  3. Ma se le spiagge fossero tutte private, a quanto ammonterebbero i canoni demaniali che ora sono così tanto contestati da chi a fronte di dichiarazioni medie intorno ai 15.000 euro (FONTE AG. ENTRATE) si lamenta degli aumenti?
    Cioè, i canoni demaniali sono commisurati ai prezzi di mercato?
    Credo proprio di NO.
    In un momento in cui gli imprenditori i commercianti gli artigiani idipendenti i pensionati e i DISOCCUPATI e gli indigenti e chi non ha nulla sono alla canna del gas, credo che questa riflessione sarebbe giusto che se la ponessero.
    SEL credo che dovrebbe schierarsi a favore di SPIAGGE ESCLUSIVAMENTE PUBBLICHE, visto che il capitalismo che combattono o che dovrebbero combattere è proprio quello che “ti fà pagare quello che è già tuo..”, come le spiagge. 🙂 Molto semplice

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