Infanzia, on. Brambilla: “rilanciare adozioni e affidi”

(da Roma) – “Non può passare l’idea che per generare un figlio basta essere “normali”, mentre per adottarne uno occorrono qualità eccezionali”. Lo ha detto questa mattina l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza, aprendo i lavori del convegno per la Giornata nazionale dell’infanzia, dedicato quest’anno al rilancio delle adozioni e dell’affido. Non solo la difficile congiuntura economica, ma anche la complessità e la burocratizzazione delle procedure e un atteggiamento a volte troppo “sospettoso” verso gli aspiranti genitori hanno ridotto la capacità del sistema di realizzare uno dei principi-base cui si ispira la nostra legislazione: il diritto del minore a crescere in una famiglia. “Probabilmente – osserva l’ex ministro – è necessario intervenire con norme nuove, tema sul quale ho chiesto al governo di aprire una riflessione. Tra queste, l’ampliamento della detraibilità delle spese sostenute per il percorso di adozione”.

Punto di partenza per gli approfondimenti della giornata è stata l’indagine conoscitiva deliberata dalla commissione e completata negli ultimi giorni della scorsa legislatura, che conferma il sostanziale declino delle domande di adozione nazionale (- 33 per cento) e internazionale (-22 per cento) e degli affidi (-14 per cento) nel periodo 2007-2011, imputabile a vari fattori: “Oltre all’incidenza della crisi economica – afferma l’on. Brambilla – uno dei deterrenti principali alla scelta di adottare, rilevato dall’indagine della commissione, è costituito proprio dalla complessità delle procedure e – soprattutto per le adozioni internazionali – dall’incertezza dei tempi richiesti e, mi permetto di aggiungere, dai costi elevati”. La presidente della commissione punta l’indice contro la “cultura negativa” dell’adozione (nazionale e internazionale) di cui hanno parlato molti degli esperti ascoltati durante le audizioni. “Essa – dice il documento conclusivo – consiste principalmente nel pregiudizio, ancora radicato in molti operatori del settore, per il quale l’adozione è spesso espressione di un atto di egoismo degli aspiranti genitori, molti dei quali cercano nel figlio adottivo il rimedio alla propria infertilità/sterilità o al fallimento di altri progetti di vita. In questo senso la valutazione della coppia adottiva è spesso concepita come una “selezione”, che elimina non solo i genitori inadatti o psicologicamente incapaci di affrontare le difficoltà del processo adottivo, ma anche quelli che non si mostrano a tutti gli effetti eccellenti sul piano psicologico, economico, talora anche fisico”.

Tutte le principali voci dell’adozione nazionale – domande di adozione, dichiarazioni di adottabilità, decreti di adozione – risultano in calo nel periodo 2007-2011, anche se le proporzioni sono diverse: per le domande si può parlare di un vero e proprio “crollo” (-33 per cento), di flessione per i decreti (- 10 per cento), di flessione contenuta per le dichiarazioni di adottabilità (- 6 per cento). Una situazione che evidenzia l’ampiezza del divario tra le dichiarazioni di disponibilità all’adozione nazionale e le dichiarazioni di adottabilità. Mediamente, a livello nazionale, si registrano 9 domande di adozione per ogni minore dichiarato in stato di adottabilità, anche se il dato va, in una certa misura, corretto al ribasso, poiché una stessa coppia può fare richiesta di adozione nazionale in uno o più Tribunali per i minorenni italiani (dato al momento non disponibile). Nel quinquennio considerato, inoltre, si contano in media solo 8 sentenze di adozione ogni 100 domande di adozione a livello nazionale. Analogamente, per quanto riguarda l’adozione internazionale, assistiamo ad una forte caduta delle dichiarazioni di disponibilità (-22 per cento) e, di conseguenza, dei decreti di idoneità concessi alle coppie dai Tribunali per i minorenni (-21 per cento). Cresce sensibilmente, invece, l’incidenza di adozioni realizzate in relazione ai decreti di idoneità (+ 34 per cento). Tra il 2007 e il 2011 la riduzione degli affidi è stata del 14 per cento.

“Se crediamo nella pari dignità di ogni forma genitoriale, e abbiamo dimostrato di crederci approvando la legge sui figli naturali – ha concluso la presidente Brambilla – dobbiamo pensare a strumenti efficaci di sburocratizzazione e incentivazione per agevolare ogni tipo di percorso adottivo”.