(fp) – Proseguono ad Albenga gli appuntamenti pubblici del mercoledì promossi dal Comitato Territoriale e dal Coordinamento dei Comitati per discutere le “criticità” del territorio. Il prossimo incontro sarà mercoledì 27 novembre alle ore 21 a Leca, presso la sede dell’associazione, “per raccogliere tutte le segnalazioni che ci sono arrivare e arriveranno dalle Frazioni di Lusignano e San Fedele, in quella sede discuteremo sulla programmazione dei prossimi incontri sul territorio”.

Al centro delle assemblee in particolare la raccolta firme contro il forno crematorio, per sensibilizzare “le persone sulla dubbiosa opportunità di collocarlo sulla piana albenganese”, e il nuovo PUC (Piano Urbanistico Comunale) che dovrà essere approvato nelle prossime settimane dal Consiglio Comunale.

Di questo si è parlato anche nell’ultimo incontro che c’è stato lo scorso mercoledì all’Oratorio di San Fedele. “In questa civica riunione hanno partecipato una cinquantina di persone e la serata è stata interessante, commenta il Comitato Territoriale: «Sono stati toccati diversi temi, a partire dal PUC, verificando l’incongruità nelle aree del centro storico e ancora una volta, l’invasione, anche nella Frazione di San Fedele, degli ampliamenti urbani a scapito di quelli agricoli. Allargando l’orizzonte oltre i confini della frazione, nella riunione è stata evidenziata la necessità di un collegamento tra i comuni di Albenga Villanova e Ortovero con il ponte tra Lusignano e Bastia, arteria prioritaria per lo sviluppo del territorio della sponda destra del Centa con l’Aurelia Bis e l’Autostrada, arrivando alla pista ciclabile con una potenzialità che avrebbe oltre a un senso naturalistico anche una rilevanza di carattere sociale e turistica, con un tracciato di ben 15 Km collocato in aderenza alle sponde del Centa, del Neva e dell’Arroscia».

Permangono molti dubbi sul PUC, soprattutto, dice il Comitato, per le eccessive concessioni all’edilizia che rischiano di far proseguire un processo “affannoso” di costruzioni a ritmo serrato che già nel passato hanno finito per “deturpare e mortificare il territorio della piana albenganese”. «Hanno partecipato a questo momento di ascolto – spiegano – persone con spirito costruttivo che condividevano con noi perplessità e dubbi su alcune decisioni che gli amministratori vorrebbero prendere con troppa leggerezza e sottolineiamo fretta. Il PUC è in ballo dal 2008 e alla collettività è già costato più di 400.000€, molte cose sono cambiate in questi anni dal suo iniziale concepimento ad oggi, si è passati da un timido aumento demografico nei primi anni a un tracollo dei residenti a causa anche di questa crisi economica che sta falcidiando molte aziende, come si vede dalle serrande abbassate in giro per la piana. In questi anni, però, tante costruzioni sono state realizzate, molte sono pronte o quasi e i proprietari non le ultimano probabilmente per evitare di pagare delle tasse che per loro sarebbero insostenibili. Immobili che se inseriti nel mercato creerebbero un effetto domino sul deprezzamento degli alloggi, già oggi non più appetibili. La nostra richiesta è paradossalmente imbarazzante : nessuno ha mai pensato di fare un reale censimento del cemento già presente sul nostro territorio?».

«A nostro avviso non è più necessario continuare a costruire in questo modo così affannoso, deturpando e mortificando il territorio della piana. Le notizie che arrivano da altre regioni dovrebbero far riflettere, il rispetto del suolo diventa una priorità primaria anche nella nostra piana. Nella nostra riunione abbiamo sentito la mancanza dell’amministrazione nella persona dell’assessore alla Protezione Civile che risiede proprio in San Fedele e che avrebbe potuto dare il suo contributo alla stupenda serata che abbiamo trascorso proprio nella Frazione». Una delle soluzioni, sostiene il Comitato, potrebbe essere quella di una programmazione urbanistica che non si chiuda in una visione eccessivamente localistica: «Tornando al Piano Urbanistico Comunale si sente la necessità che questo si confronti con la pianificazione territoriale dei comuni limitrofi, sul modello federale alla tedesca, e non si fossilizzi su una visione localistica al solo comune albenganese con un modello che sembra più medioevale e feudale che proiettato verso le sfide che il futuro ci sta preparando».