di Mary Caridi – Può un assessore all’agricoltura scontrarsi frontalmente con gli interessi delle associazioni che rappresentano il mondo agricolo? E può un assessore della Lega Nord indispettire a tal punto sui contenuti un altro leghista? Eppure accade. Accade ad Albenga. Per sostenere ad ogni costo e contro gli interessi delle associazioni di agricoltori che hanno bocciato, senza se e senza ma, il paventato Forno crematorio nella piana di Albenga, Carlo Parodi ha ingaggiato una battaglia che lo vede ora seduto sul banco degli imputati.

Aldo Alberto (CIA), Massimo Rebella (confagricoltura) e Gerolamo Calleri (coldiretti), avevano tentato dapprima una moral suasion, con lettere dirette all’amministrazione, per manifestare il pieno dissenso sull’operazione Forno crematorio, in linea con le preoccupazioni espresse dal Comitato territoriale NoForno, ma tutto potevano aspettarsi, tranne che un assessore all’agricoltura andasse contro gli agricoltori con un comportamento supino ai voleri del sindaco Guarnieri, innamorata (chissà perché) del progetto milionario del Forno crematorio.

E anche nei numerosi incontri pubblici, le associazioni che contano sull’appoggio dei loro iscritti, avevano probabilmente sperato in un tentennamento, un passo indietro, una riflessione dell’assessore all’agricoltura. Ma non è accaduto e sull’altare di interessi privatistici molto forti, evidentemente, è accaduto che lo scontro diventasse anche tutto  interno alla Lega nord.

Il mondo agricolo unito  chiede un passo indietro di Carlo Parodi che non sa e non ha saputo difendere i legittimi interessi di un comparto che conta migliaia di addetti e che ha fatto la ricchezza della città di Albenga. Un mondo che teme fortemente di venire travolto e penalizzato dalla realizzazione di un forno che di certo non è un cartello da visita per la commercializzazione dei prodotti agricoli nel mondo.