Si è concluso ieri il IX Congresso provinciale di Rifondazione Comunista che, al temine dei lavori, ha eletto i nuovi organismi dirigenti. Il Comitato Politico Federale risulta così composto: Patrizia Arpi, Piera Barberis, Roberto Casella, Paolo Cerro, Armando Codino, Jorg Costantino, Simone Falco, Fabrizio Ferraro, Emanuele Gasperini, Valeria Ghiso, Dario Lavagna, Giuseppe Leonardi, Marco Manca, Gianmaria Pace, Wilma Parodi, Silvio Pirotto, Franca Pregliasco, Marco Ravera, Stefano Ressia, Pasqualina Rotondo, Giuseppe Scagnolari, Marco Sferini, Sguerso Alberto, Violetta Mario e Franco Zunino.

All’unanimità è stato riconfermato Segretario provinciale Marco Ravera che ha guida il partito da fine 2006 a oggi. Il rinnovamento degli organismi dirigenti ha, inoltre, visto l’elezione della nuova Segreteria provinciale del Partito proposta dal Segretario e sostenuta da tutte le componenti del PRC.

La Segreteria provinciale, risulta così composta: Marco Ravera Segretario provinciale, Piera Barberis Tesoriera provinciale, Responsabile Eventi e manifestazioni, Fabrizio Ferraro Responsabile Politiche del territorio, Valeria Ghiso Responsabile Politiche della conoscenza, Gianmaria Pace Responsabile Politiche Sociali e Partito Sociale, Silvio Pirotto Responsabile Lavoro, Stefano Ressia Responsabile Enti locali e istituzioni e Marco Sferini Responsabile Organizzazione.

Di seguito la relazione del Segretario Ravera, poi riconfermato, che ha affrontato le specificità della realtà territoriale savonese.

«L’esperienza di Savona. Tornando ai temi del Congresso consci dei nostri limiti, ma anche dei nostri punti di forza abbiamo seguito, provando a dare delle risposte, alcune delle principali vertenze del nostro territorio, abbiamo dimostrato che non siamo “tutti uguali”.

Su una battaglia per noi centrale, scusate il gioco di parole, siamo usciti dalla maggioranza del Comune di Quiliano. Una rottura per me dolorosa, ma inevitabile a seguito della scelta fatta dal Comune di acconsentire al rifacimento dei gruppi a carbone, scelta che rischia di condannare la nostra provincia ad altri 50 anni di combustibile dannoso per l’ambiente e la salute.

Per rafforzare questa lotta nell’estate 2012 è nata la “Rete savonese fermiamo il carbone” che raccoglie realtà associative e singoli contro quella che posso definire senza timori di smentita la nostra grande opera.

Rifondazione è presente nella “Rete” ed io penso che, in attesa che la Magistratura faccia il suo corso, dovremo riuscire a fare un salto di qualità. La vicenda dell’ampliamento della centrale di Vado Ligure e Quiliano ha le sue radici nella privatizzazione dell’energia elettrica. Scelta sbagliata che oggi stiamo pagando. Le bollette non sono diminuite, come avevano truffaldinamente fatto credere i sostenitori del “privato è bello”, e il privato, in questo caso Tirreno Power, ha tutto l’interesse a continuare ad investire nel carbone uno dei combustibili più inquinanti, ma meno costoso.

Io penso che il nodo sia nel modello di sviluppo, nel modello economico e non solo nelle dubbie capacità di qualche amministratore locale.

Ma se l’esperienza in maggioranza a Quiliano si è conclusa, non così a Savona.

Io do un giudizio positivo sulla nostra esperienza di governo della città. In questi giorni si sta sviluppando a Genova una dura lotta dei lavoratori della AMT a causa della privatizzazione del trasporto pubblico locale. A Savona si poteva scegliere questa strada, ma si è scelta la ricapitalizzazione di TPL da parte del Comune. Così come penso sia positivo avere i principali servizi in mano pubblica. Mi sembra una cosa molto di sinistra. Poi possiamo discutere sulle gestioni delle aziende, ma questo è un altro discorso.

Collegandomi a quanto dicevo prima sulla centrale è sicuramente positivo, insolitamente positivo, che il Comune di Savona sostenga la lotta contro il carbone.

Non solo. Savona, in controtendenza rispetto ad altri comuni, non ha tagliato le politiche sociali, ha trovato fondi per il rifacimento del campo nomadi, ha conferito e conferisce la cittadinanza onoraria ai figli dei migranti. Da un comune così attento al ruolo pubblico e attento al sociale mai mi sarei aspettato l’ingaggio di guardie private per presidiare il parcheggio di piazza del Popolo. Penso si debba rivedere quella scelta ed affidare, se ritenuto necessario, il servizio alla Polizia Municipale.

Più articolato il discorso sull’urbanistica. Da troppi anni, purtroppo, il dibattito politico cittadino è incentrato quasi esclusivamente sulle scelte urbanistiche. Nel corso degli anni Rifondazione Comunista, indipendentemente dalla collocazione, ne è stata tra i protagonisti; con sconfitte (ad esempio il progetto Bofill con il PRC all’opposizione) e vittorie (ad esempio l’affossamento del porto della Margonara con il PRC in maggioranza).

Se alcune pratiche si sono chiuse, altre rimangono aperte, penso ad esempio al lungomare di ponente, e su queste il punto di riferimento deve essere il programma sottoscritto da tutte le forze politiche che compongono l’attuale maggioranza di Palazzo Sisto.

Non era nel programma, invece, il “Crescent 2” che rientra nel progetto Bofill approvato ad inizio 2002. In discussione non sono le volumetrie, ma la destinazione delle stesse. Oggi la proposta è di cambiare la destinazione d’uso in “residenziale” una scelta per noi sbagliata perché non vediamo significative ricadute pubbliche per la città anche a fronte di una diminuzione dei volumi.

In tema di enti credo si debba fare una riflessione sulle province. Da qualche tempo, in nome della necessità di ridurre i “costi della politica”, ha preso vigore l’idea di abolire le Province come enti locali, di ridefinirle, di modificarle. Ma è davvero una buona idea? Naturalmente non basta l’argomento che le Province costano. Tutte le istituzioni costano, le dittature costano di meno! Il problema è se servono.

Come per le circoscrizioni anche in questa fase ho avuto l’impressione che anziché andare a colpire i veri sprechi (penso ai manager pubblici o alle società che seguono le cosiddette “grandi opere”) si scelgano dei capri espiatori che, grazie ad una sapiente campagna denigratoria, diventano facilmente “sacrificabili”.

Non sappiamo se si andrà al voto per le Elezioni provinciali, ma qualora si andasse penso si dovrà fare di tutto per evitare la conferma di Vaccarezza.

Ma nella nostra provincia Rifondazione non si è limitata all’iniziativa nelle istituzioni. Con un tessuto produttivo fatto di piccole e medie imprese oggi la provincia di Savona sta subendo più di altre realtà la crisi, siamo arrivati a 28000 disoccupati (un decimo degli abitanti). Abbiamo provato ad intervenire – spesso in rapporto col Gruppo regionale – su alcune vertenze del nostro territorio. Penso al TPL, alla lotta dei lavoratori e delle lavoratrici della FAC, dell’OCV, della Ferrania, della Fruttital, della Bombardier, della Cabur. E dove non siamo stati in grado di fornire risposte – spesso vi confesso ho vissuto un senso di impotenza – abbiamo comunque portato la nostra solidarietà, la nostra vicinanza.

E in tema di lavoro credo si debba aprire una riflessione sulla piattaforma Maersk. L’abbiamo fronteggiata, giustamente, fino a quando era possibile farlo, ma oggi penso si debba riproporre con forza le proposte avanzate anni fa. Le ricordo: i neo assunti dovranno avere un lavoro stabile (garantito anche dall’applicazione del contratto dei lavoratori portuali), le assunzioni dovranno riguardare anche gli over 50, assunzioni quindi in grado di “ricevere” i disoccupati/cassintegrati delle realtà in crisi della nostra provincia, i corsi di formazione per i nuovi addetti non si trasformino in forme di sottooccupazione.

Abbiamo seguito anche il tema della sanità pesantemente colpita dalle politiche del Governo Monti prima e dal Governo Letta dopo, complici Regione e ASL. È un grave errore penalizzare un ospedale come quello di Cairo Montenotte che è l’unico su un territorio abitato da oltre 40000 persone. È sbagliato ridisegnare il Santa Corona di Pietra Ligure che ha la sola colpa di essere su una collina vista mare. È inopportuno anche solo ipotizzare il trasferimento dell’ospedale San Paolo di Savona. È contro l’interesse pubblico aver aperto ai privati ad Albenga.

Più in generale, fermo restando che la sanità non è solo fatta di ospedali, è da bloccare l’idea dell’Assessore regionale alla Sanità, nonché vice Presidente della Regione Liguria, Claudio Montaldo espressa la scorsa estate ovvero quella di un’apertura generalizzata ai privati. Oltre all’impostazione ideologica, che certo non nascondiamo, è la motivazione a non convincerci. Montaldo afferma che dove non riuscirà il pubblico interverrà il privato. E allora perché non potenziare il servizio sanitario pubblico? Con l’apertura ai privati si trasformerà la salute da diritto a merce, si accentueranno le differenze tra i cittadini che potranno rivolgersi al “privato” e quelli che non ne avranno la possibilità, si avrà una sanità di serie A e una di serie B. Noi, come partito della sinistra, non possiamo certo condividere questa impostazione.

In tema di sanità mi piace ricordare Diego Calcagno della CGIL, su questi temi abbiamo fatto pezzi di strada insieme.

Forte e costante è stato l’impegno sulla scuola con presidi, volantinaggi, interventi di carattere più generale o locale come la vicenda della scuola della Rusca che, anche grazie a noi, non ha chiuso.

Ci siamo mossi anche su progetti di cooperazione penso alla raccolta di materiali per la Palestina assieme a Music for peace o alla raccolta di fondi per la Maison dela Joie in Benin. Magari non tutti lo sanno, ma in Benin sventola la bandiera di Rifondazione Comunista!

Il partito. Saremo brutti, sporchi, cattivi, sognatori, fuori dal tempo, marginali, residuali, ma non mi viene in mente un altro partito che ha fatto tanto, a parità di mezzi, nella nostra provincia e non solo.

Anche perché a queste vanno aggiunte le attività direttamente promosse dal PRC. Penso al Partito Sociale che deve diventare patrimonio di tutti e non solo di alcuni compagni. Spesso si parla del pane, ma quel servizio offre anche ripetizioni popolari, lo scambio di libri, uno sportello legale e perfino un dentista convenzionato. Io penso che il Partito Sociale dovrà trovare la forza per stare in piedi, economicamente e non, da solo.

Penso alla Scuola di Politica che nel 2014 terrà la sua ottava edizione e penso alla Festa di Liberazione che lo scorso anno è stata la Festa nazionale del partito. Una festa che ogni anno migliora da ogni punto di vista, organizza concerti e spettacoli, dibattiti, tesse nuove relazioni. Mi è molto piaciuta la cucina multietnica di quest’anno grazie alla straordinaria presenza delle associazioni di migranti della nostra provincia: Amici del Mediterraneo, USEI e AROIT e delle SMS di Legino e Cantagalletto.

Credo che questo sia uno dei nostri punti di forza: forti delle nostre idee non abbiamo paura della contaminazione e pratichiamo anche a livello locale quel “camminare domandando” tanto caro al Sub Comandante Marcos.

Il tutto reso possibile da una comunità politica che per me è unica. Una comunità che viaggia “in direzione ostinata e contraria”. Una comunità che ha purtroppo perso elementi unici come Don Andrea Gallo, Franca Casaccia, Flavio Pace, Mariella Pastorino, Luigi Rosso, Gina Besio Guarena che colgo l’occasione per ricordare, ma che non ha perso la voglia di lottare anche per questi straordinari compagni.

Il nostro partito, come tutti gli altri, ha perso adesioni. Ha retto dove Rifondazione è stata attiva, presente nel dibattito pubblico, propositiva, penso al savonese, al vadese. E’ franata dove più che occuparsi del territorio ha parlato di “piramidi da rovesciare”. Per questo penso si debba giungere ad una riorganizzazione dei circoli e ad un intervento diretto del livello provinciale per provare a ricostruire il partito a ponente.

Un ringraziamento non rituale, infine, va ai compagni e alle compagne che in questi anni hanno condiviso l’onere e l’onore della Segreteria provinciale. Una gestione del partito resa possibile grazie alla precisione teutonica di Piera Barberis, alla capacità propositiva di Valeria Ghiso, alla forza di Gianmaria Pace, alle competenze di Silvio Pirotto, al lavoro spesso silenzioso, ma preziosissimo di Stefano Ressia, per giungere al “factotum” della Federazione che risponde al nome di Marco Sferini.

Senza dimenticare l’attività, fuori dalla segreteria, ma per questo non meno importante, di Jörg Costantino, di Franco Zunino, di Dario Lavagna.

Se verrò nuovamente chiamato a guidare Rifondazione Comunista vorrei ripartire con queste compagne e questi compagni.

Abbiamo di fronte una grande responsabilità. Abbiamo, come partito, il compito di declinare una proposta politica provinciale, sulla quale impegnarci nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

Rosa Luxemburg sosteneva “socialismo o barbarie”. Oggi di socialismo ne vedo davvero poco, un motivo per impegnarci di più». Marco Ravera – Segretario provinciale PRC Savona