Sono sempre di più, in Liguria, gli alberghi aperti solo 8-9 mesi all’anno, per via
“È una situazione che avevamo superato all’inizio degli anni 90 grazie all’arrivo del movimento turistico della bassa stagione e ai gruppi di turisti “senior”, oggi, complice la crisi delle famiglie e i mancati sostegni pubblici, questo flusso si è praticamente annullato. Da qui la scelta di chiudere per molti albergatori, per evitare politiche disarmanti e importanti perdite nel periodo invernale che potrebbe pesare negativamente sulle casse periodo estivo, costringendo gli operatori a incrementare fortemente i prezzi, correndo il rischio di andare fuori mercato”.
Per far fronte a questo problema, la Regione Liguria, nei prossimi giorni, avvierà in modo operativo il tavolo del“ Patto per la difesa e lo sviluppo del lavoro nel settore turistico” approvato un mese fa, proprio per contenere gli effetti della crisi del comparto e per favorire lo sviluppo di una offerta di vacanza sempre più qualificata, sostenibile e “all season”.
Il patto, sottoscritto dalla Regione Liguria con i sindacati di categoria Cgil, Cisl, Uil, Confcommercio Ascom, Upa, Cna, Confartigianato, Confesercenti, Urlat-Federalberghi, Confindustria, servirà a sostenere e a chiedere al Governo ammortizzatori sociali per stabilizzare i lavoratori del comparto turistico e per aiutare le imprese ad avviare la formazione e i tirocini indennizzati per i giovani, per tutelare il lavoro stagionale e promuovere l’incontro domanda e offerta di lavoro nel settore turistico nell’area Alcotra Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Paca e Rhone Alpes.
Frattanto “stiamo sempre di più lavorando per incentivare il turismo internazionale meno sofferente di quello interno anche nella bassa stagione”. Per gli arrivi e le presenze nelle prossime festività, con i ponti natalizi, la Regione Liguria prevede, come lo scorso anno, una lenta risalita per poi arrivare al picco a Capodanno. “Ma niente boom, niente di straordinario, purtroppo”, ragiona Berlangieri.